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 2016  agosto 22 Lunedì calendario

Soldi, chili e gol. Tutto il peso di Higuain

Dalla pigrizia un po’ vintage di Michel Platini alla precocità famelica di Alex Del Piero, nessuno tra i grandi juventini degli ultimi trent’anni era stato un pistolero più veloce di Gonzalo Higuain. Gol dopo nove minuti, eccolo il suo vero «peso», quello che si misura sulla bilancia del risultato, alla faccia della pancetta che anche l’altra notte gli indicavano, e lui rideva. Chubby, grassottello, l’avevano irriso i tabloid, dopo il debutto londinese contro il West Ham. «Dicono che sono grasso? Meglio che continuino a farlo, le critiche mi caricano e io continuo a fare gol. Mi sto allenando da venti giorni, sto bene e non ho mai avuto dubbi, su di me». Li avevano sparsi gli altri, come se Higuain non fosse sempre stato un po’ cicciottello, ben prima che l’aggettivo diventasse sacrilego. E lui, già icona: «Qui sono felice, per l’affetto che tutti mi fanno sentire e che spero di ripagare».

Il peso dei soldi
Di dubbi non ne ha mai avuti neanche Massimiliano Allegri: «In questo momento Higuain è un po’ indietro rispetto agli altri, ma ha talmente tanta qualità che può fare gol in un quarto d’ora». Come tutti gli attaccanti, ne aveva bisogno: «Volevo dimostrare perché hanno pagato quel prezzo per me». Ma è appena l’inizio, avverte: «Quest’anno vogliamo vincere tutti i titoli possibili». Per lui, la squadra, le sue nuove tribù: «Quando ho iniziato a scaldarmi ho sentito i cori dei tifosi: voglio ripagarli dell’affetto». Contro la Fiorentina ha fatto centro da due passi, ma vicino non significa semplice: «Se era un gol facile lo lascio dire a chi l’ha visto da fuori, ma lì tanto facile non sembrava», sorrideva all’uscita dallo Stadium. Più che sentirlo, il gol fa parte del suo essere: «Quando gioco provo sempre a fare il meglio possibile per aiutare la squadra e per fortuna sono riuscito a segnare». Dedica già pronta: «Questa rete è per tutte le persone che hanno fiducia in me e che ci sono sempre».
Un palco da 50 mila euro
Come la sua famiglia, papà Jorge, il fratello Nicolas, che gli fanno anche da procuratori e che sabato sera erano allo Stadium per l’esordio, proprio nell’angolo del gol, dove tutto è cominciato. Un palco vip stagionale che l’argentino ha preso insieme all’amico Paulo Dybala: 50 mila euro a testa. Parenti e amici del Pipita sono rimasti sorpresi dalla nuova presentazione della squadra, stile basket Nba, tra videoclip, oscurità e luci modello discoteca: «Molto diverso dal San Paolo». Di cui è però mancato il baccano infernale, e non sempre legale, che fa da colonna sonora alle sfide del Napoli, tra petardi e fumogeni. Di Higuain sono invece stati importati i cori, urlati dalla curva ancor prima che s’iniziasse. Lui, ringrazia: «Mi hanno fatto felice». Così come l’abbraccio di Buffon, prima che cominciasse la partita, o gli allenamenti, tosti, con la Bbc: «S’impara ogni giorno». Dai sei scudetti filati ai 32 gol di Felice Borel, miglior capocannoniere juventino in un campionato di serie A (1933/34), ora non gli resta che dar la caccia alla storia.