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 2016  agosto 22 Lunedì calendario

Il ladro che ha ingoiato i gioielli rubati

Un gemello da polso – ingoiato assieme a tre anelli (uno tempestato di brillanti) e a una collana d’oro – stava per costargli la vita. Quando si è visto accerchiato S. S., 33enne di nazionalità kosovara, ha reagito d’istinto. «Va bene, mi hanno preso – deve aver pensato – ma forse riesco a salvare qualcosa». Se non fosse che il bottone ornamentale con impresso il logo di una rinomata casa di alta gioielleria gli si è conficcato in gola. I poliziotti – quattro equipaggi delle Volanti e dei commissariati di Tor Carbone e Colombo – lo hanno visto con gli occhi sgranati, paonazzo in viso. L’uomo – in affanno, la fronte imperlata di sudore – faceva fatica a respirare. Preoccupati, gli agenti hanno richiesto l’intervento di un’ambulanza.
Il 33enne è stato portato all’Umberto I per un principio di soffocamento: nel Policlinico universitario è stato sottoposto a tracheotomia e, una volta rimosso l’ostacolo, a lavanda gastrica. La refurtiva è stata recuperata e restituita ai proprietari. Si è conclusa così la disavventura di un ladro, arrestato assieme al suo complice, che sabato sera si è introdotto nell’immobile al primo piano di un palazzo di via Giovanni Gemelli Careri, all’Ardeatino. Dopo aver forzato una finestra, S. S. ha messo a soqquadro l’appartamento, disabitato nella settimana di Ferragosto, mentre in strada un 38enne di origine serba, Z. M., faceva da palo. I rumori hanno insospettito il vicino di casa che ha chiamato il 112.
All’arrivo della polizia il complice ha cercato di scappare, ma è stato bloccato. Per guadagnare tempo, nell’attesa che arrivasse l’autoscala dei vigili del fuoco, gli agenti si sono improvvisati free climber. Hanno fermato un camion di passaggio e si sono arrampicati sul cassone: da lì hanno raggiunto la finestra e sono entrati. Pensavano di sorprendere il ladro, ma non ne immaginavano la reazione. La pratica di utilizzare il corpo come nascondiglio, diffusa tra i corrieri della droga, è invece abbastanza inedita tra i topi d’appartamento. I motivi che lo hanno spinto a trasformarsi in bodypacker, custodia fisica della refurtiva, S. S. dovrà spiegarli oggi al giudice di piazzale Clodio.