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 2016  agosto 22 Lunedì calendario

Ventotene, cosa vogliono Hollande, Merkel e Renzi

Il premier Matteo Renzi annunciò l’iniziativa come un’occasione per «lanciare il guanto di sfida all’Europa»: al largo delle acque di Ventotene, accoglierà oggi pomeriggio sulla portaerei Garibaldi in un vertice blindatissimo la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente della Repubblica francese François Hollande. Arrivati all’aeroporto napoletano di Capodichino, i due leader stranieri saranno accompagnati al cimitero dell’isola, per rendere omaggio alla tomba di Altiero Spinelli, prima dell’incontro con i giornalisti e la cena a bordo della nave. Visita ad alto tasso simbolico nell’isola culla del «Manifesto per un’Europa libera e unita», nel momento in cui l’Unione appare minacciata da Brexit, crisi dei migranti e populismi vari. E così, se l’occasione serve a preparare il vertice informale dei capi di governo Ue in programma a Bratislava il prossimo 16 settembre, vuole anche lanciare un messaggio a quest’Europa in difficoltà. E per farlo, dovrà impegnare i tre leader a discutere di immigrazione, economia, crescita, giovani.

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Leonardo Martinelli per La stampa
Abbraccerà Angela Merkel e Matteo Renzi sull’isola di Ventotene. Dialogherà con loro sulla portaerei Garibaldi. Ma oggi François Hollande non si dimenticherà mai di Parigi. Perché il presidente francese sta vivendo una fase delicata. Mancano appena otto mesi alle prossime presidenziali e, alla faccia della propria impopolarità, lui vuole provarci ancora. Ogni suo atto oggi è in funzione dell’aspirazione a ricandidarsi.
L’ultimo sondaggio, della società Elabe, indica che solo il 17% dei francesi ha fiducia in lui. È un elemento di debolezza, anche agli occhi di Angela Merkel, che, secondo le malelingue, ormai non lo considera più credibile, anche perché dal 2012 ha portato avanti una minima parte delle riforme promesse. Non importa, ancora ieri Jean-Christophe Cambadélis, segretario del Partito socialista, definiva «la candidatura di Hollande per il 2017 una necessità». E Ventotene può diventare importante in questa prospettiva.
I francesi criticano la sua inefficienza nella lotta al terrorismo. Ebbene, oggi Hollande metterà la difesa e la sicurezza in cima al menu, con qualche asso nella manica: insistere per strumenti finanziari ad hoc (anche eurobond) per progetti militari comuni europei e per l’introduzione di quello che a Bruxelles chiamano Etias, equivalente dell’Esta americano, un visto a pagamento per tutti i non europei in arrivo sul suolo comunitario.
I francesi gli rinfacciano anche una situazione economica in Francia deludente. Ecco, Hollande punta al raddoppiamento dei 315 miliardi già fissati per il Piano Juncker. E, sempre in vista della scadenza elettorale, prevede un «gesto fiscale», come lo chiama lui, «per il ceto medio», da inserire nella finanziaria 2017, in fase di faticosa preparazione a Parigi. Il presidente, però, ha promesso di ridurre il deficit fiscale alla cancelliera. Ne parlerà sulla portaerei con la Merkel? Il dibattito si allargherà alle deroghe cui aspira anche Renzi?

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Alessandro Alviani per La Stampa
Ventotene segna la prima visita all’estero di Angela Merkel dopo una turbolenta pausa estiva e inaugura una maratona negoziale che la porterà questa settimana a incontrare i capi di Stato o di governo di Estonia, Repubblica ceca, Polonia, Ungheria, Slovacchia, Olanda, Svezia, Finlandia, Danimarca, Slovenia, Bulgaria, Croazia e Austria per parlare di migranti e del futuro della Ue dopo il Brexit.
L’obiettivo è preparare il vertice del 16 settembre a Bratislava. Non solo, ma la riunione con Renzi e Hollande arriva alla vigilia di un autunno decisivo per il futuro politico della cancelliera.
In Italia Merkel porta con sé temi come sicurezza interna ed esterna, occupazione e mobilità giovanile, economia digitale, rifugiati e contrasto alle cause del fenomeno migratorio. Berlino chiude invece sulla flessibilità: discutere ora di un allentamento dei vincoli di bilancio europei significherebbe aprire in patria un nuovo fronte di scontro in un momento a dir poco inopportuno. La cancelliera è sotto pressione su sicurezza e migranti e si appresta al delicato test delle regionali di settembre in Meclemburgo-Pomerania occidentale (il Land in cui ha il suo collegio elettorale per il Bundestag) e a Berlino. E neanche i prossimi mesi si annunciano semplici. A dicembre la Cdu si riunisce a congresso per rieleggere i propri vertici, al più tardi in quella sede Merkel dovrà chiarire se si ricandiderà cancelliera nel 2017. Parallelamente i cristiano-democratici dovranno trovare un candidato a presidente federale (l’elezione è a febbraio); se Spd, Verdi e Linke dovessero accordarsi su un loro nome ripartirebbe il dibattito su una possibile alleanza rosso-rosso-verde alle politiche dell’autunno 2017.
Sullo sfondo restano altri grandi nodi internazionali, dall’Ucraina ai rapporti con Ankara e all’incerto futuro dell’accordo Ue-Turchia sui rifugiati.

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Francesca Schianchi per La Stampa
L’incontro a Ventotene «per rilanciare dal basso la Ue» segna il riavvio delle attività di politica estera del premier Matteo Renzi dopo la pausa estiva, e arriva in un momento delicato della sua presidenza. I dati economici negativi, col Pil italiano fermo, aprono uno scenario d’autunno complicato, dove una manovra segnata dalla mancanza di crescita nel Paese si intreccerà al referendum costituzionale. Sullo sfondo, la crisi dei migranti che periodicamente si riacutizza e, dalle coste siciliane a Ventimiglia, investe il Paese.
Consapevole di questo, Renzi siederà oggi sulla portaerei Garibaldi con un punto chiaro in agenda: la riproposizione del Migration Compact, la proposta italiana di collaborazione con i Paesi africani (investimenti in cambio di aiuto sulla gestione dei migranti), già presentata in primavera e bocciata dalla Germania nel capitolo che prevedeva eurobond per finanziarlo, e la discussione sul ricollocamento dei migranti mai andato in porto in Europa. Ma c’è anche la difesa comune in cima alle sue preoccupazioni, e la proposta di battaglioni comuni per difendere l’Europa minacciata dal terrorismo. E la cultura, con l’idea di un piano di recupero dei luoghi di cultura europei da far rientrare nel piano Juncker per gli investimenti (l’Italia ha già cominciato, stanziando 80 milioni per trasformare il carcere di Ventotene in un centro di studi europei).
Migranti, difesa, cultura. Estensione dell’Erasmus per i giovani. Difficilmente invece sarà oggi l’occasione di discutere della maggiore flessibilità indispensabile all’Italia: per parlarne a tu per tu con la Merkel ci sarà un bilaterale a Maranello il 31 agosto. Renzi spera di trovare sponde francesi e tedesche. «Otterrò risultati? Non lo so, ma finalmente qualcosa è cambiato», dice. Mal che vada, l’incontro vale la pena per il suo significato simbolico: trasmettere l’idea dell’Italia al fianco di Germania e Francia alla guida della compagine europea.