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 2016  agosto 22 Lunedì calendario

Gli svizzeri in vacanza in Italia. Cronache dal 1947

Nelle comitive che entrano in Italia o ne vengono si trovano Svizzeri di tutti i ceti. Stamane è passato di qui il postino H. Y. di Zurigo: quattordici giorni di vacanza a Riccione, alles inbegriffen, cioè tutto compreso da Zurigo a Zurigo, franchi 252,50; metà esatta del suo stipendio mensile. 
A trascorrere quattordici giorni a Rapallo va il fonditore K. W. di Lucerna, franchi 242, alles inbegriffen anche lui. Nove giorni a Gardone passerà il commerciante G. C, franchi 154, sempre tutto compreso. 
Trascorrere le vacanze in Italia costa ancor oggi meno che non trascorrerle in Svizzera o in Francia. 
La situazione per i turisti svizzeri si prospettava ancor meglio l’anno scorso, allorché pur senza determinata volontà un viaggio di vacanze si tramutava in un sicuro buon affare. 
Tuttavia, anche attualmente, nonostante l’aumento dei prezzi in Italia, nonostante il calo del cambio e nonostante la politica degli albergatori italiani che aumentano violentemente i prezzi nelle stagioni di punta, il costo della vita in Italia è inferiore almeno di un terzo a quello internazionale e a quello svizzero in specie. 
Molti vengono per la prima volta. Finalmente realizzano il sogno del Sildneise, del viaggio nel mitico Sud sognato durante i lunghi inverni. Sanno che l’Italia è il Paese più bello del mondo e di bellezza più varia: questa è la prima ragione che li muove. 
In secondo luogo c’è la considerazione economica di cui s’ è detto, per cui occorre approfittare della contingenza che chissà quando mai tornerà a presentarsi. 
In Italia gli uomini si faranno fare abiti di cui molto apprezzano il taglio e camicie di cui ammirano la foggia del colletto, le donne acquisteranno borsette e scarpe; ma sempre in misura limitata perché la dogana svizzera è di un rigore a noi sconosciuto. 
Oltre a queste ci sono altre ragioni ancora e, gratta gratta senza averne l’aria, anch’esse saltano fuori. 
Per esempio, il razionamento. Si ha un bell’essere largamente tesserati e con buone razioni; ma un Paese come l’Italia dove uno, pagando, mangia ciò che meglio crede e nella quantità che più gli aggrada, trovatelo voi in Europa. 
A grattare ancora, last not least, si apprende che gli Svizzeri tengono in buon conto albergatori come i nostri, senza «ubbie puritane». 
Che carta d’identità e carta d’identità; sposato o scapolo uno dorme con chi vuole e dove vuole, l’importante è pagare. 
Un’evasione, una volta tanto, dai ceppi annonari e morali: ecco le possibilità che l’Italia dà, oltre ad essere un bel Paese e un bel Paese a buon mercato. 
Gli accompagnatori di queste comitive – svizzeri o italiani che siano – hanno fatto molte esperienze turistiche e conoscono bene i gusti delle loro clientele. 
Sanno, per esempio, che per la prima settimana fioccheranno le lamentele per via della prima colazione troppo scarsa; sanno che le spiagge tirreniche offrono pasti meglio confezionati ma più scarsi di quelli che offrono le spiagge adriatiche. 
Soprattutto sanno che le preferenze della stragrande maggioranza sono per il Chianti o per un qualsiasi vino governato alla toscana e con l’etichetta «Chianti».
Gli Svizzeri scolano fiaschi che è un piacere, tra una forchettata e l’altra di scampi, i quali vengono considerati la più desiderabile delle raffinatezze. 
Nel corso di una sola settimana il clima fa il dover suo: nessuno chiede più colazioni con burro e marmellata, basta un semplice caffè, giorno che passa. Allo scadere delle vacanze i più sono entusiasti dell’Italia e parecchi chiedono di prolungare il soggiorno.


Uno stralcio dell’articolo dal titolo «Che cercano in Italia sciami di turisti svizzeri» che è stato pubblicato sul Corriere d’Informazione uscito in data venerdì/sabato 22-23 agosto del 1947