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 2016  agosto 04 Giovedì calendario

Il maggiordomo, il sogno proibito di tutti

Era una presenza obbligata alla presentazione di «Belgravia», il nuovo romanzo storico di Lord Julian Fellowes, premio Oscar per la sceneggiatura del film «Gosford Park» e noto a un’audience planetaria per la serie televisiva «Downton Abbey». Il personaggio in questione, ovviamente, è il maggiordomo che, in livrea, accoglieva gli ospiti all’incontro con lo scrittore al Berkeley, aristocratico albergo all’ingresso del quartiere di Londra da cui il romanzo prende titolo e scenario. Nella nuova opera di Fellowes i maggiordomi non mancano. Come potrebbero? Magari il Mr. Turton di Belgravia ha un’ombra di malignità in più rispetto al devoto Carson di «Downton Abbey» e si permette frecciate alla ricchezza senza blasone dei suoi datori di lavoro.
Dalle ville ai grattacieli
Il romanzo è ambientato negli Anni 40 del XIX secolo. Nella Belgravia reale del 2016 le offerte di lavoro per maggiordomi (i «butler»), valletti e «household manager» sono qualche centinaio. Se poi allarghiamo l’orizzonte fuori dal quartiere vittoriano, scopriamo richieste per eserciti di centinaia di migliaia di super-domestici, dalle ville di Saint-Tropez ai grattacieli di Shanghai, mentre aprono scuole che insegnano il servizio in guanti bianchi e la giusta disposizione delle posate in Cina e in Sud Africa. L’«International Guild of Professional Butler» ha calcolato un numero superiore al milione di maggiordomi nel mondo.
La crescita di domanda per una professione che sembrava antiquaria coincide con l’espansione del numero dei miliardari. Lo stracitato 1% (ma sarebbe più esatto dire lo 0,1%, quando si parla di redditi così alti) oggi conta meno lord e principi e più nuovi ricchi, tra industriali cinesi, oligarchi russi e giovin signori della tech economy. Proprio come i Trenchard del romanzo di Fellowes. Come questi desiderosi di status.
Nel monastero olandese
«Spesso non è solo una questione di status, ma di organizzazione – spiega Robert Wennekes, direttore dell’International Butler Academy, con sede in un monastero olandese e succursale a Chengdu, in Cina -. I maggiordomi del XXI secolo devono spesso gestire diverse residenze urbane insieme con le ville al mare e in città. Devono avere pratica del servizio su yacht supertecnologici e avere un occhio alla sicurezza. Viene loro chiesto di prenotare un aereo privato e sovrintendere all’acquisto dell’argenteria e delle porcellane. All’occorrenza, devono saper dare consigli sul guardaroba e l’arredamento». Come un personal shopper? «Succede. Il butler non è un servitore, seppur di rango, come accadeva al tempo nell’Inghilterra edoardiana. È un professionista preparatissimo, a cui si richiede di essere flessibile e creativo», dice Wennekes, che vanta un’esperienza di 35 anni di servizio privato.
T shirt e guanti bianchi
Così si possono leggere annunci come quello apparso sul sito web Help Company, in cui un imprenditore della Silicon Valley richiedeva un «house manager» in grado di gestire sia i domestici sia una collezione d’arte «degna di un museo», con background in interior design, e che fosse a suo agio tra le magliette e i bermuda dei figli come nel servizio in guanti bianchi per visite eccellenti. Il tutto per uno stipendio di 175 mila dollari l’anno. E succede che una scuola di butlering in Sud Africa, la «Saba», includa tra i corsi un training in domotica per far funzionare dimore hi-tech. E il tocco umano del vecchio maggiordomo?

L’antico coppiere

«Il maggiordomo inglese è un mito, corroborato da molta letteratura, cinema e tv – dice Wennekes -. Ritengo però che l’importanza del cosiddetto effetto “Downton Abbey” sia stata esagerata. In realtà, il termine butler viene da bouteillier, ovvero il coppiere che si occupava delle riserve di vino nelle grandi famiglie francesi e lo serviva a tavola. Oggi, invece, i maggiordomi più apprezzati vengono dalla Svizzera».
Nel monastero olandese di Huize Damiaan, Wennekes e colleghi insegnano l’etichetta internazionale e quella orientale, arredamento d’interni e come organizzare il servizio su un panfilo in corsi intensivi di otto settimane. Capita che un maggiordomo sia più colto e sofisticato del suo datore di lavoro? «In effetti sì, specie quando le fortune economiche sono rapide come nel caso dei nuovi miliardari cinesi e dei geni ragazzini che si ritrovano ricchissimi grazie al successo di una app». Guarda caso, anche il Belgravia letterario di Fellowes viene distribuito a puntate attraverso una app. Un feuilleton tecnologico. «Trovo che l’accoppiamento tra un metodo narrativo del XIX secolo e una app del XXI sia uno scherzo cosmico», ha detto. Un paradosso che, meglio della livrea, si addice ai maggiordomi della nuova età dorata.