Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  agosto 04 Giovedì calendario

Cairo si prende la doppia carica in Rcs e liquida Laura Cioli. Il rimpasto del Cda a settembre

Alla fine dal cilindro è uscita una soluzione di compromesso che, per definizione, è concordata e quindi consensuale. Urbano Cairo, dopo aver conquistato con l’Opas il 59,69% di Rcs, si insedia al vertice del gruppo che edita il Corriere della Sera con la doppia carica di presidente e ad, ma resta nel board in minoranza numerica (quattro consiglieri su nove) fino all’assemblea convocata per il 26 settembre che dovrà rinnovare il board, rispecchiando la nuova composizione dell’azionariato.
Cairo, dunque, entra nel board di Rcs portando con sé il direttore finanziario del suo gruppo, Marco Pompignoli, e Stefania Petruccioli, come quota rosa. Il quarto consigliere, Stefano Simontacchi, era già presente in cda. A far spazio ai nuovi amministratori il presidente Maurizio Costa, l’ad Laura Cioli e Gerardo Braggiotti, che si sono dimessi ieri.
Nel consiglio rimpastato restano quindi tre amministratori indipendenti espressi dalla vecchia maggioranza – Mario Notari, Teresa Cremisi e Tom Mockridge – e i due consiglieri dei fondi, Paolo Colonna e Dario Frigerio. Frigerio, Notari, Cremisi e Simontacchi si sono dimessi a valere dalla data dell’assemblea. «Ci sono tante cose da fare e prima si comincia e meglio è – ha detto Urbano Cairo – Domani (oggi per chi legge, ndr) ad esempio sarò in via Solferino per una visita e per salutare il direttore». Sui ricorsi presentati dalla cordata Imh, l’editore alessandrino non ha voluto dire altro se non che è tranquillo perchè «abbiamo operato in maniera limpidissima».
«Con l’approvazione della semestrale si chiude una fase che ha visto il cda e il management del gruppo Rcs fortemente impegnati nell’avvio di un ciclo di risanamento e di sviluppo della società. Nel momento in cui faccio un passo indietro con le dimissioni dalla presidenza, a seguito dei rilevanti cambiamenti negli assetti azionari, voglio con orgoglio ricordare gli importanti risultati che sono stati conseguiti e ringraziare tutti i colleghi per l’impegno profuso in un anno di grande e proficuo lavoro – ha detto da parte sua il presidente Costa – Un particolare ringraziamento ai colleghi del consiglio di amministrazione, che hanno operato con grande impegno, coesione e nell’interesse primario di Rcs e di tutti i suoi azionisti».
Laura Cioli se ne va invece con 3,75 milioni di liquidazione, dopo otto mesi burrascosi al timone di Rcs, che nell’ultimo trimestre ha ritrovato l’utile (19,9 milioni), dopo 14 trimestri consecutivi in rosso. «È stato un grande privilegio essere parte di questo gruppo – ha detto l’ad uscente – In pochi mesi abbiamo prodotto e presentato ai mercati un piano industriale che già nelle prime fasi ha dato i suoi positivi frutti. Abbiamo stabilizzato la situazione finanziaria e patrimoniale della società, avviato il rilancio strategico di questo storico gruppo editoriale, incrementato la redditività dal 2% all’8% nel solo primo semestre e chiuso il secondo trimestre in utile, per la prima volta dal 2012. Lascio un’azienda più solida e pronta ad affrontare da leader ogni sfida di mercato. Auguro a Rcs e ciascuna delle sue eccellenti professionalità il futuro di grandi successi che meritano».
Nel secondo trimestre i ricavi netti consolidati si sono attestati a 284,3 milioni, in calo dell’1,9% rispetto ai 289,9 milioni dello stesso periodo 2015 (a perimetro omogeneo), mentre l’utile netto è stato pari 19,9 milioni rispetto alla perdita precedente di 60,2 milioni. L’Ebitda pre oneri non ricorrenti è stato di 43,6 milioni (+60,3%), post oneri di 37,6 milioni (+81,6%), l’Ebit è passato da -29,9 milioni a +23,8 milioni.
Il semestre chiude con ricavi a 504,1 milioni (-2,9%) e un risultato netto negativo per 2,1 milioni – rispetto al rosso di 95,4 mlioni della prima metà del 2015 – dopo aver spesato oneri straordinari per 4,2 milioni relativi all’attività legata alle due offerte – quella di Cairo Communication e quella di Bonomi con i soci storici Della Valle, Mediobanca, UnipolSai e Pirelli – che si sono contese il controllo del gruppo. Tuttavia nel semestre il risultato delle «attività destinate a continuare» è stato negativo per 10,5 milioni (contro la perdita di 69,1 milioni nell’analogo semestre 2015), perchè 8,4 milioni di utili sono stati prodotti dalle «attività destinate alla dismissione e dismesse», in particolare dalla Libri che è stata ceduta alla Mondadori con contratto perfezionato il 14 aprile scorso. La cessione ha però permesso di ridimensionare parzialmente l’indebitamento netto, sceso dai 486,7 milioni di fine 2015 ai 422,4 milioni di fine giugno. Nel semestre l’Ebitda pre-oneri è stato di 40,2 milioni (da 11,7 milioni), l’Ebitda post di 33,9 milioni (da 4,5), l’Ebit è positivo per 6,3 milioni dai -60,8 milioni del 30 giugno 2015.