Libero, 4 agosto 2016
Presto la robophilia non sarà più un feticismo da film
Non carne, ma gomma e cavi. È vicino il tempo, tuonano gli scienziati, in cui l’uomo, intrufolando le proprie mani tra le vesti d’una donna, scoprirà l’esistenza di pelli sintetiche e curve artefatte. Finendo per chinarsi a baciare bocche mute, dalle quali mai uscirà un rimprovero. Entro il 2050, assicurano fior di capoccioni, la «robophilia» – amore verso le macchine, fino ad oggi liquidato come feticismo da film – sarà materia quotidiana. «Quando la realtà virtuale diventerà più coinvolgente, sarà in grado di imitare e, in alcuni casi, migliorare l’esperienza del sesso», ha dichiarato a The Mirror Helen Driscoll, psicologa della sessualità e delle relazioni all’Università di Sunderland. «È possibile – ha aggiunto – che alcuni individui finiranno per preferire questa realtà virtuale al sesso con un essere umano». Le bambole meccaniche, tacite suddite di uomini-padroni, sostituiranno donne petulanti, mentre maschi robotici si daranno senza riserve, rifiutando di pretendere in cambio alcuna forma di accudimento. «Tendiamo a considerare la realtà virtuale e, per conseguenza, il sesso robotico nel contesto attuale», ha proseguito la Driscoll «ma, se ripensiamo alle norme sul sesso vigenti cento anni fa, è evidente come queste siano cambiate rapidamente e radicalmente».
L’amante robotizzato antropomorfo, garantisce il futurologo Ian Pearson, verrà gradito dalle donne più che dagli uomini. Pearson, svolti gli studi del caso, ha calcolato che fra una decina di anni dormire con un robot, per molte signore, sarà cosa comune quanto lo è oggi, per un maschio medio, abbeverarsi alla fonte del porno. «Il senso di nausea derivato dall’idea di accoppiarsi con un cyborg sparirà presto», ha assicurato il futurologo, mettendo in guardia dal pericolo di sviluppare sentimenti amorosi. Come accadde a Joaquin Phoenix nel film Her, innamorarsi di una creatura nel cui petto rimbomba un cuore meccanico è un rischio reale.