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 2016  agosto 04 Giovedì calendario

Processo a Virginia Raggi a casa Di Battista

Ora che per l’inchiesta sulla sua consulenza con la Asl di Civitavecchia, denunciata in ritardo sui moduli del Comune di Roma, arriva la richiesta di archiviazione della Procura, il paradosso per Virginia Raggi è un altro: il «processo», politico, lo subisce dentro casa.
Dentro M5S fanno di tutto per dissimulare, ma lo scontro – più o meno sotterraneo – è davvero forte. E le polemiche sulla vicenda Ama e sul caso Muraro hanno attizzato nuovo il fuoco. Così, martedì sera, la Raggi – accompagnata dal vice Daniele Frongia – è stata convocata a casa di Alessandro Di Battista, in zona Flaminio, dove ad attenderla ha trovato tutto il «direttorio» nazionale: lo stesso padrone di casa, poi Luigi Di Maio, Carla Ruocco, Carlo Sibilia, Roberto Fico. Due ore di botta e risposta, e di domande a raffica, a cominciare dalla questione degli staff e dei diretti collaboratori, la vicenda che – più di tutte le altre – crea grattacapi interni. La spaccatura col gruppo di Roberta Lombardi (in vacanza al Circeo) ha lasciato ferite profonde e tra i vertici vengono mal viste soprattutto due figure: una è quella di Raffaele Marra, dirigente comunale, ex alemanniano, poi entrato in rotta di collisione con l’ex sindaco; l’altra è quella di Salvatore Romeo, funzionario comunale che la Raggi vuole come suo capo segreteria. Insieme a Frongia, i tre rappresentano «il cerchio magico» della sindaca, che si fida di pochi altri.
Di Battista e Di Maio, in particolare, sono molto preoccupati. Intanto perché il Movimento, nella sua massima espressione romana, rischia di essere «guidato» da figure esterne che poco – secondo loro – hanno a che fare col mondo M5S. Poi perché, anche su Romeo, sono venuti fuori dei particolari. Secondo quanto riporta l’ Huffington post, Romeo avrebbe fatto parte della commissione che ha stabilito il bonus di 114 mila euro dato all’ad di Ama Daniele Fortini nel 2014. Ferri cortissimi. Tanto che, se lo scontro andasse avanti, qualcuno già ipotizza un post di «scomunica» alla Raggi sul blog di Beppe Grillo. Sarebbe, però, l’extrema ratio.
Prima si cerca di correre ai ripari. Alla coppia Marra-Romeo, il direttorio vorrebbe contrapporre Marcello Minenna, super assessore al Bilancio, molto vicino a Di Maio e alla Ruocco, dirigente Consob che si sta adoperando per trovare professionisti da reclutare. Sua la scelta di avere come capo di gabinetto il magistrato Carla Romana Raineri (invece di Daniela Morgante, troppo «lombardiana» secondo la Raggi). Sua anche la decisione di indicare, oggi nell’assemblea dei soci, come amministratore unico di Ama il commercialista Alessandro Solidoro, nato a Torino, ma titolare di un prestigioso studio a Milano, città nella quale è anche presidente dell’Ordine dei commercialisti. Solidoro è un super professionista, studi al liceo Manzoni e poi alla Bocconi, esperto in crisi aziendali, consulente del tribunale, con clienti molto importanti.
Daniele Fortini, così, esce di scena. E, per ora, Paola Muraro resta al suo posto. Anche se, sempre nella cena a casa di Di Battista l’argomento, nel corso delle due ore, è stato di quelli più «caldi». M5S era pronta a difendere l’assessora a spada tratta (anche per salvaguardare gli equilibri interni: Muraro è indicazione della coppia Vignaroli-Taverna) ma questa linea comincia a scricchiolare: «Mandiamola via, prima che venga indagata», è il pensiero di qualcuno. L’altro che rischia di saltare è il portavoce Augusto Rubei, al quale verrebbero addebitati sia la falsa partenza comunicativa della Raggi, sia il copia-incolla sulle linee programmatiche svelato dal Corriere. E poi, dicono i Cinque Stelle, la Raggi è già «una portavoce dei cittadini». Il portavoce della portavoce non serve.