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 2016  luglio 23 Sabato calendario

«Sparava puntando i bambini». Le voci dei testimoni

«L’ho visto sparare direttamente in faccia ai bambini, gridava Allah è grande»: così Lauretta Januze ha raccontato alla Cnn di essersi trovata vicina al killer nella toilette del McDonald’s, dove aveva accompagnato il figlio e dove l’attentatore stava probabilmente caricando l’arma. Una testimonianza in contraddizione con le parole di Luan Zequiri, un altro sopravvissuto alla strage nel McDonald’s, che racconta di aver sentito il killer urlare insulti xenofobi.
Solo l’identificazione dell’uomo (o degli uomini) autore della strage rivelerà la matrice dell’attentato. «Li ho visti entrare al centro commerciale, correre dentro… non metterò più piede lì dentro, per tutta la vita», ha raccontato un uomo all’emittente N24.
Una signora in lacrime ha confessato in tv: «Ho pensato solo una cosa: non voglio morire, è troppo presto». Orhan T, che abita vicino ai centri commerciali colpiti, ha espresso al quotidiano della sera Abendzeitung la sua disperazione: «Ero al telefono con un mio amico, ho sentito gli spari, poi più nulla. Non riesco a trovarlo più, e nemmeno i suoi genitori. È come un fratello per me». Il padre di Orhan, Murat, è partito alla ricerca del ragazzo ed è riuscito ad arrivare al centro commerciale Olympia. «C’erano diversi corpi per terra davanti al McDonald’s e al negozio di elettronica Saturn». Poi la polizia lo ha fatto allontanare dal luogo della strage e Murat si è preoccupato dei ragazzi che stavano per strada: «Li ho fatti entrare in casa, tutti». Nell’appartamento si sono trovati in dieci, a telefonare con i cellulari e a seguire gli sviluppi della storia alla tv: «Molti di questi ragazzi non li conosco nemmeno. Ma quello che conta è che adesso sono al sicuro».
Una coppia di immigrati (il giornale li chiama Jasmin e Goran, ma avvertendo che non sono i nomi autentici) corrono a casa, perché hanno lasciato aperta la porta del balcone. «Abbiamo paura che magari qualcuno in fuga entri nel nostro appartamento». Werder Niedermeier riferisce di un amico che era al centro commerciale Olympia: «Molti colpi, molte persone in fuga. Il mio amico è riuscito a scappare all’esterno con la moglie». Christopher Jones ha accolto quattro persone: «Si sono rifugiate qui nel nostro giardino vicino al centro commerciale. Si sentono spari, sta succedendo qualcosa di maledettamente spaventoso, si sentono tante sirene». Walter Bishop, vicino al centro commerciale, è sconvolto: «Sta succedendo l’inferno: polizia, vigili del fuoco, elicotteri in volo». Fabian Kickhaefer lancia su Twitter i ringraziamenti alla polizia e alle forze di soccorso: «Mi sento ancora al sicuro. Grazie del lavoro che state facendo!».
L’istruttore di scuola guida Matthias Weber aveva appena riportato all’autoscuola un allievo, per caricarne un altro, quando ha sentito gli spari. «Ho pensato che fossero fuochi d’artificio. Poi però ho visto centinaia di persone correre nella nostra direzione, urlavano, piangevano e gridavano: “Correte, correte!”». Allora ha deciso di rinchiudersi assieme agli allievi in un locale, lasciando l’autoscuola. L’emergenza ha stimolato anche lo spirito di solidarietà: il comune ha aperto la sede ai passanti, accogliendone una cinquantina, così ha fatto anche il Forum di Monaco per l’Islam, e anche i privati hanno fatto la loro parte.