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 2016  luglio 23 Sabato calendario

Ostia, niente show al funerale del boss Enrico Spada

Non sarà un Casamonica bis il funerale di Enrico Spada detto «Pelè», il boss storico del clan Spada che a Ostia gestisce ancora lo spaccio di droga e il racket delle case comunali. Ai familiari di «Pelè» è stato notificato un provvedimento del questore che obbliga a svolgere una cerimonia strettamente privata, priva di «modalità clamorose». Le esequie saranno comunque superblindate con istituzioni e forze dell’ordine in stato di allerta per evitare carrozze, cavalli e petali lanciati da elicotteri in volo senza permesso tra i cieli di Roma. Il precedente di Vittorio Casamonica al quartiere Don Bosco resta una ferita ancora aperta. La commissione prefettizia, che guida il municipio di Ostia dopo lo scioglimento del consiglio per mafia, ha subito inviato ieri un’informativa al prefetto Paola Basilone. Dalla direzione amministrativa è invece partito il divieto di autorizzare qualsiasi tipo di corteo. La polizia municipale sarà pronta a entrare in azione. Niente bande, musiche equivoche e Ferrari multicolori che potrebbero creare ingorghi alla viabilità. I vigili urbani in divisa e in borghese saranno appostati in ogni angolo del litorale per monitorare i flussi di traffico. Per l’ultimo omaggio al «Re» di piazza Gasparri è prevista la partecipazione delle grandi folle. L’attenzione resta alta e il dispositivo di sicurezza non può permettersi falle. Quelle leggerezze e distrazioni che un anno fa quasi costarono la testa all’ex sindaco Marino nel giorno dell’ultimo saluto a Vittorio Casamonica, altro capo stipite della famiglia criminale di rom e sinti che è imparentata proprio con gli Spada.
L’ULTIMO VIAGGIO
La salma di «Pelè» sarà traslata da Viterbo, dove il boss malato era finito in carcere dopo gli arresti dell’aprile scorso grazie ai quali i carabinieri di Ostia hanno sgominato il nucleo armato del clan. Enrico Spada, noto per essere sieropositivo, usava il suo sangue infetto per minacciare chi non obbediva ai suoi ordini. Il carro, simbolo degli zingari, questa volta non attenderà salvo colpi di scena in barba alle regole- il «padrone» di Ostia Nuova per il suo ultimo viaggio. «La cerimonia funebre è vietata in luoghi pubblici, fuori dai luoghi destinati al culto o con modalità clamorose», si legge nel provvedimento a firma del questore Nicolò D’Angelo, che ha intimato lo svolgimento del rito all’interno della chiesa. Anche l’amministrazione prefettizia di Ostia ha voluto lanciare un messaggio evidente sin da subito: nel litorale dominato dalle mafie e dai sodalizi criminali occorre dare un segnale di legalità chiaro.