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 2016  luglio 24 Domenica calendario

«Servono cinque chili di grano per permettersi una tazzina di caffè». La guerra del frumento continua

«Abbiamo ottenuto i primi risultati ma la guerra del grano continua: è inaccettabile che oggi occorra produrre cinque chili di grano per permettersi una tazzina di caffè».
Parole del presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo dopo la manifestazione nazionale a Roma che ha visto mobilitati migliaia di produttori. Moncalvo (che oggi sarà ospite a Monastero Bormida nell’Astigiano in un incontro sulla crisi della zootecnia di Langa) ha commentato favorevolmente l’intervento del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina che ha preso l’impegno per la moratoria dei mutui, lo studio di una assicurazione sul reddito, una contrattualistica più trasparente tra agricoltori e industria, una commissione unica nazionale (Cun) per la fissazione dei prezzi e l’immediata l’applicazione di un piano cerealicolo le cui risorse siano dedicate esclusivamente alle imprese che usano esclusivamente grano italiano. 
«Le analisi ministeriali hanno anche permesso di smascherare la speculazioni in atto sul prezzo dei grano che colpisce soprattutto i coltivatori italiani con quotazioni dimezzate rispetto allo scorso anno per il grano duro». 
«Da pochi centesimi al chilo dipende la sopravvivenza di centinaia di migliaia di imprese agricole, ma anche il futuro del 15% del territorio agricolo nazionale che l’Italia – sottolinea Moncalvo – deve difendere dagli speculatori». Serve più trasparenza sul mercato con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano impiegato nella pasta e nel pane, ma è anche necessario – estendere i controlli al 100% degli arrivi da paesi extracomunitari dove sono utilizzati prodotti fitosanitari vietati da anni in Italia ed in Europa e fermare le importazioni selvagge a dazio zero».
Decalogo nelle stalle
La «battaglia del grano» è solo uno dei grandi fronti su cui si sta muovendo l’agricoltura italiana, in vista di un autunno che potrebbe annunciarsi «caldissimo». La deflazione ha effetti devastanti nelle campagne dove le quotazioni rispetto allo scorso anno sono crollate dal 42% per il grano duro al – 24% per il latte ma anche del 30% per l’olio di oliva e del 15% per le uova. Situazione al limite della sostenibilità anche per il latte. Recentemente la Confagricoltura piemontese ha varato un decalogo di azioni per sollevare dalla crisi le aziende agricole del comparto lattiero caseario. Le dieci proposte illustrate sono: migliorare l’efficienza delle imprese agricole, integrazione di filiera, semplificazione della Pac, etichettatura, promozione, ampliamento del paniere delle Dop, rafforzamento dell’export, miglioramento delle qualità, sgravio contributivo e contingentamento temporaneo delle produzioni a livello europeo. Queste le proposte sostenute dal presidente nazionale di Confagricoltura, Mario Guidi. 
L’extravergine
E poi c’è il fronte dell’olio extravergine di oliva, stretto nella morsa della concorrenza straniera. «L’olio extravergine d’oliva di qualità è un fiore all’occhiello della nostra agricoltura – ha sostenuto il presidente della Cia, Dino Scanavino- un comparto con oltre 700 mila aziende. Siamo tra i maggiori produttori mondiali in volumi ma senz’altro leader nelle qualità delle produzioni, purtroppo i mercati interni e quelli internazionali non premiamo ancora gli sforzi qualitativi dei nostri olivicoltori. Sulla trasparenza dell’etichettatura, sulla cultura e consapevolezza dei consumatori si gioca il futuro del sistema olivicolo-oleario italiano».