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 2016  luglio 24 Domenica calendario

Higuain, quando i piedi hanno un prezzo che il cuore non conosce

Non ci sono atei nel calcio. E ora tocca a Napoli soffrire. Non per un pugno di dollari, ma per una montagna di milioni. Il suo dio se ne va, ha trovato altri fedeli. Su al Nord, più benestanti. Fa niente, se prima erano i grandi nemici. Gonzalo Higuain non è più la bandiera del riscatto del Sud, sarà invece l’immagine della Juventus, di quella Signora, molto razza padrona che da cinque stagioni consecutive uccide il campionato. Si può: tradire da professionista una città?
E a chi appartengono i simboli? A se stessi o al popolo? I piedi hanno un prezzo che il cuore non conosce. E forse anche i tradimenti. La proposta indecente per Higuain, 28 anni, argentino, ex attaccante del Napoli, è arrivata dalla Juventus. Il suo trasferimento a Torino vale 94,7milioni di euro, il suo contratto 7,5 milioni a stagione (per quattro anni). Higuain per Napoli è stato fino ad oggi il nuovo Maradona. L’eroe, la speranza, la diversità. Il confine tra essere e non essere. E Higuain c’è stato: Mister 36 gol, anche senza scudetto, ha segnato più di tutti in Italia. Era il mattone su cui costruire la casa del domani, l’orgoglio da lucidare, la certezza di una supremazia “made in Naples”. L’oltre Maradona. Ma ora è una speranza stracciata. La sua maglia è finita in fondo alla tazza del gabinetto. La città protesta, si divide, s’infiamma. Si sente sola, abbandonata, non corrisposta. Rifiutata da un soldato di ventura che credeva innamorato. È Higuain che ha divorziato da Napoli, pensa la città, che se n’è andato di notte a fare le visite mediche a Madrid «per l’altra». Per la Signora che lo ha attratto, sedotto, rubato. Non è più bella, ma più ricca. E ha fatto tintinnare i suoi ori. Aveva ragione Pier Paolo Pasolini a dire che il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. Già: a chi appartengono i simboli dello sport? A se stessi o al popolo che li venera come santi? E possono voltare le spalle a un sentimento? La realtà dice di no: io ti dò il mio cuore e tu non puoi trapiantarlo da un’altra parte. Quando Baggio partì (costretto) da Firenze, sempre verso la Juve, la città si ribellò e scese in strada. Non i tifosi, ma anche le nonne. Baggio era nel calcio la bellezza di Firenze. Non poteva emigrare. Quando James LeBron, stella del basket Nba, ha lasciato la «sua» Cleveland per Miami, la città ha sputato sulla sua maglia e gli ha dato dell’ingrato e rinnegato. LeBron ha vinto altrove, ma quel disprezzo ricevuto gli è bruciato così tanto, che è tornato a Cleveland e l’ha portata al trionfo. Per farsi perdonare. E quando Edinson Cavani, con un nuova compagna, lasciò Napoli per Parigi, sostituito appunto da Higuain, i tifosi fecero subito le magliette di protesta («Hai amato Napoli come hai amato tua moglie»). Lo sport non è solo bilancio, statistica, percentuale, è anche altro. E non puoi fuggire nella notte senza dire: grazie a tutti, vi porterò sempre con me. Non conta se Higuain valga quel prezzo che è la seconda cifra più alta della storia dopo quella di Bale (100 milioni) e che forse diventerà la terza se la Juve venderà Pogba al Manchester United (120 milioni). È un contratto regolare e legale. Che dimostra la bravura della Juve capace di ricostruirsi dopo lo scandalo e d’investire anche sulla costruzione di un suo stadio. Ma la sua è una manifesta superiorità. La Juve può, guadagna più di tutti, la sua fetta di torta è più grossa, anche con i diritti tv della Champions, erodendone (per meriti, sia chiaro) una parte che spettava agli altri. E quindi la Juve prende il meglio: Higuain dal Napoli, Pjanic dalla Roma. Ma più si rafforza la Juve, più si impoverisce il calcio italiano. Diventa fragile, senza concorrenza.
È raro che in un importante campionato europeo la stessa squadra abbia vinto 5 titoli consecutivi. È capitato in Italia, con la Juve (anni 30), con il Torino (anni 40 e guerra in mezzo), con l’Inter (ma il primo scudetto a tavolino è stato assegnato nel 2006), in Spagna due volte con il Real (ultima anni 80), in Francia con il Lione (anni duemila). Il tradimento di Higuain è solo una buona vendita in Borsa, il Napoli incassa, non viene derubato. Ma la speranza di fare gol all’Italia quella sì, è ferita.