la Repubblica, 24 luglio 2016
Il potere di Trump sta nell’autoconvinzione
“Trump ha l’abilità di autoconvincersi che qualsiasi cosa stia dicendo al momento è vera, o almeno dovrebbe essere vera”, dice di lui il suo biografo Tony Schwartz. Per noi italiani il richiamo a Berlusconi è immediato, ma fuorviante e insufficiente. Credere vero (in buona fede) ciò che ci conviene sia vero, che “dovrebbe essere vero” perché asseconda le nostre convinzioni pregresse, o le nostre aspettative future, è infatti molto ma molto “popolare”, tipico di questo momento storico, che volendo essere antielitario sta rischiando di essere antiscientifico e anticulturale (molti dei commenti correnti sul web ne sono la squillante conferma).
La realtà oggettiva è troppo complessa e faticosa per essere affrontata e accettata. Un esempio tra tanti: la teoria dell’evoluzione è una costruzione empirico-teorica ingombrante, il creazionismo è un ipse dixit (e ipse fecit) facile e gratificante, meglio credere di essere fatti a immagine di Dio che nipoti di una scimmia, anche se il sapere scientifico e perfino il nostro aspetto (compreso quello dei creazionisti) testimoniano il contrario. Difatti il creazionismo, negli Usa, dilaga. I cristiani rinati voteranno compatti per Trump, e non solo loro. È un momento magico, questo, per chi crede che sia vera qualunque cosa stia dicendo. Ma proprio qualunque.