Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  luglio 24 Domenica calendario

Il potere di Trump sta nell’autoconvinzione

“Trump ha l’abilità di autoconvincersi che qualsiasi cosa stia dicendo al momento è vera, o almeno dovrebbe essere vera”, dice di lui il suo biografo Tony Schwartz. Per noi italiani il richiamo a Berlusconi è immediato, ma fuorviante e insufficiente. Credere vero (in buona fede) ciò che ci conviene sia vero, che “dovrebbe essere vero” perché asseconda le nostre convinzioni pregresse, o le nostre aspettative future, è infatti molto ma molto “popolare”, tipico di questo momento storico, che volendo essere antielitario sta rischiando di essere antiscientifico e anticulturale (molti dei commenti correnti sul web ne sono la squillante conferma).
La realtà oggettiva è troppo complessa e faticosa per essere affrontata e accettata. Un esempio tra tanti: la teoria dell’evoluzione è una costruzione empirico-teorica ingombrante, il creazionismo è un ipse dixit (e ipse fecit) facile e gratificante, meglio credere di essere fatti a immagine di Dio che nipoti di una scimmia, anche se il sapere scientifico e perfino il nostro aspetto (compreso quello dei creazionisti) testimoniano il contrario. Difatti il creazionismo, negli Usa, dilaga. I cristiani rinati voteranno compatti per Trump, e non solo loro. È un momento magico, questo, per chi crede che sia vera qualunque cosa stia dicendo. Ma proprio qualunque.