Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  luglio 23 Sabato calendario

A Monaco l’allarme è scattato alle 17.50, adesso sono le undici di sera e del massacro al Centro commerciale s’è capito poco o niente

A Monaco l’allarme è scattato alle 17.50, adesso sono le undici di sera e del massacro al Centro commerciale s’è capito poco o niente. I morti dovrebbero essere sette, ma all’inizio qualcuno ha parlato di «quindici corpi a terra». Gli attentatori dovrebbero essere tre, si suppone che siano islamici, ma potrebbero anche essere nazisti, eccitati dal nuovo modo di fare politica (o curarsi la depressione), quello di massacrare innocenti che stanno facendo la spesa o stanno ballando o assistono ai fuochi d’artificio dal lungomare.

Confusione per confusione forse conviene buttar giù quello che sappiamo, anche se in ordine sparso.
Ci provo. Il luogo dell’attentato è il centro commerciale Olympia, nel quartiere Moosach, la zona che ha ospitato il Villaggio Olimpico per i Giochi del 1972. È un posto molto noto e molto grande, dove si può comprare di tutto, dai pannolini per bebè all’ultimo aggeggio elettronico. C’è anche il ristorante e capita che le famiglie ci passino interi pomeriggi, ci sono infatti anche gli spazi-giochi dei bambini. Qui, intorno alle 18, dovrebbero essere entrati almeno in tre. Hanno sparato presumibilmente con dei mitra e hanno ucciso, forse sette forse quindici persone. La notizia che uno dei tre si sarebbe sparato in testa è stata smentita. È stata smentita anche la notizia che uno dei tre sarebbe stato arrestato e sono state smentite anche le voci relative ad altri attacchi o attentati in altri punti della città. Intorno a questa ricostruzione base, che nonostante tutto sembra abbastanza sicura, si collocano una serie di episodi visti da questo o da quello e che sono tutti da verificare.  

Per esempio, l’esistenza di un cecchino sul tetto dell’Olympia, che avrebbe sparato ai passanti.
Ci sono persone che dicono di averlo visto. Non c’è nessuna conferma.  

Poi la storia che uno degli attentatori sarebbe scappato in metro.
Anche qui: la notizia non è stata confermata, ma è un fatto che la polizia ha svuotato il metro e si sa che sta battendo la sotterranea palmo a palmo. Più di questo non si sa.  

Che altro?
È stato proclamato lo stato d’emergenza in tutta la città. Sono arrivati gli agenti speciali del GsG9. Sono stati sospesi i trasporti pubblici e chiusi tutti i negozi, lasciando persino i clienti asserragliati all’interno. La polizia, con vari comunicati trasmessi con ogni mezzo, ha invitato la gente a chiudersi in casa, «dato che è in corso una grave situazione terroristica». Per chi si trovava fuori e lontano da casa: rifugiarsi da qualche parte in qualche modo. I cellulari aiutano: parecchie famiglie che stavano al sicuro in casa loro hanno twittato l’hashtag #OffeneTür o #OpenDoor seguito da un indirizzo, in modo da dare ospitalità a chi s’è trovato all’improvviso in una piazza o in una strada vuota. Le esplosioni si sono sentite chiaramente, come dimostra un video amatoriale messo in onda da tutte le televisioni. Il film mostra la gente che scappa e un tizio che esce da un McDonald’s con una pistola in mano sparando sui passanti. Non si sa ancora chi abbia messo questo video su twitter e neanche che ruolo abbia il McDonald’s nella vicenda. Secondo il quotidiano Tagesspiegel, almeno uno dei tre killer indossava il giubbotto antiproiettile. Le armi adoperate sarebbero fucili d’assalto. In un video della quotidiano Bild si vede questo cecchino, ripreso dall’alto (da un tetto cioè più alto). In un altro video della tv N24 un cittadino, dal tetto di un palazzo adiacente il centro commerciale, insulta uno dei terroristi chiamandolo con l’equivalente tedesco della parola «stronzo». Quell’altro gli risponde in dialetto bavarese: «Sono tedesco, nato in un quartiere povero abitato da gente che vive di sussidi. Sono anche stato in casa di cura». L’altro gli risponde: «E lì dovresti stare». Lauretta Januze, che stava dentro il centro commerciale Olympia durante la sparatoria, ha detto che l’attentatore (ne ha parlato al singolare) gridava «Allah Akbar», il che conferemerebbe la radice islamica della strage. Oltre alla metro è stata chiusa anche la stazione centrale e da un certo momento in poi nessun treno è più arrivato o partito. Bloccato anche il traffico automobilistico in entrata. Ci sono state due operazioni di polizia, una in centro e una nel centro commerciale. Un reporter della tv bavarese Br ha riferito: «Gruppi di 10-12 poliziotti pattugliano la zona dove è avvenuta la sparatoria e si muovono armi alla mano in tutte le direzioni. Sono molto nervosi». Il ministero dell’interno ha raccomandato a tutti i cittadini di non mettere in rete quello che vedono nelle strade: potrebbe aiutare i terroristi in fuga.  

Come si spiega che non ci sia ancora una rivendicazione?
Se è l’Isis non è strano. Molte volte aspettano. In qualche caso non hanno neanche rivendicato. Tanto il mondo è convinto in ogni caso che siano loro.