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 2016  giugno 30 Giovedì calendario

Quelli che insultano Bud Spencer da morto perché era di destra

Non so, onestamente, se il vecchio Bud- il dio burbero dei nostri piccoli affetti- li avrebbe presi a sganassoni, come fece, negli anni 60, con quell’incauto indio Yanomami che sbarrava la strada alla sua asfaltatrice nel cuore dell’Amazzonia.
O se, invece, avrebbe fischiettato Futtetenne, «Fregatene», il brano-guida del suo primo disco che fu anche la sua weltanschauung, il rumore di fondo d’una vita arruffata. Non so. Non so se come avrebbe reagito il gentile Carlo Pedersoli/Bud Spencer all’idiozia invicibile che ieri emergeva dal profilo Facebook del sedicente «Osservatorio antifascista». Da dove, alla scoperta che alle Regionali del 2005 Bud si candidò per Forza Italia (non era mai stato di sinistra in vita sua...) è scattato un commento: «Fino a pochi minuti fa noi di Osservatorio Antifascista piangevamo le morte di Bud Spencer, ora non più», seguito dallo sdrucito manifesto elettorale di Bud. Seguito, a sua volta, da commento di tal Marco Bonini:«Bene, una testa di cazzo di meno al mondo». Frasi stridenti, urticanti, inutilmente cattive. Frasi pronnunciate, tra l’altro, proprio nel giorno in cui, dinnanzi alla bara del gigante buono in Campidoglio, il mondo intero piangeva. E fiumane di fan continuavano ad accalcarsi, a posare fiori, pizzini di disarmante affetto, perfino una scatola di fagioli che diventava una citazione metafilmica, riferita a un titolo culto dello stesso Spencer, Anche gli angeli mangiano fagioli col compianto Giuliano Gemma. Naturalmente, nel giro di dieci minuti della pubblicazione del post suddetto, altre centinaia, ne hanno seppellito la vergogna.
Attacchi a raffica, in quadrata falange contro, l’«Osservatorio»: roba che varia dal compassionevole («un campione dello sport, e non solo, che ha fatto divertire e ridere generazioni di italiani, una persona che chi l’ha conosciuto ha speso solo parole positive nei suoi confronti. Siete voi la feccia della società italiana, ripeto vergognatevi!»); all’istintivo («Pensa che merde che siete per la morte di qualcuno esultate»); al creativo («Per quanto miserabili, sarete ricordati altrimenti il vostro passaggio sulla terra avrebbe lasciato lo stesso segno di una scoreggia»); perfino allo storico («Almeno lo avreste provato il fascismo.... avreste una giustificazione che innanzi alla morte di Bud Spencer altresì c’entra come nella briscola l’asso di picche quando comanda bastoni.... ecco cosa vi provocano le canne!!!!»). Naturalmente il tutto veniva condito dalla rettifiche di postatori «di sinistra e antifascista vera» che si dissociava; e di sostenitori di destra -diciamo- accesa che non lesinavano epiteti ineleganti, «Zecche, zecche comuniste, zecche maledette dovete bruciare...».
Il commento più originale spetta a chi, invocando la morte come il confine rispettoso dei vivi, chiosava: «Se una persona viene giudicata solo da un cartellone elettorale, fa capire quanto chi lo giudica sia di basso spessore culturale. Tipica affermazione di oscuri personaggi sinistrorsi mono-neuronici. Quel neurone è più solo della particella di sodio dell’acqua Lete». Ecco.
Quel riferimento alla pubblicità dell’acqua Lete -di sicuro- avrebbe strappato il sorriso al vecchio galantuomo napoletano abbracciato da passione planetaria. Da Russel Crowe a tre generazioni di divi hollywoodiani, dal governo tedesco alle istituzioni iraniane, dai fan giapponesi e coreani, all’America delle grandi praterie: moltissimi hanno listato a lutto un brandello della loro giornata. I siti Internet d’Italia hanno triplicato il loro traffico alla notizia della morte di questo cartone animato vivente, a metà fra Golia e i fratelli Grimm. Le notizie della Brexit e l’attentato ad Istanbul, per dire, sono apparsi assai meno appealing. Ora, si potrà obbiettare che, in genere, le intemperanze di quattro imbecilli possono, al massimo, essere derubricate a «provocazione». E forse è vero.
Ciò non toglie che l’eccesso d’ideologia -in questo caso a sinistra- rimane l’aggravante di un popolo spesso in ritardo con la storia. Il solito discorso: l’arte dovrebbe travalicare la faziosità politica, e la morte dovrebbe invocare la pietas. «Da cattolico, provo curiosità, la curiosità di sbirciare “oltre” come il ragazzino che smonta il giocattolo per vedere come funziona», aveva detto Bud qualche anno fa. Non so davvero come il suo stupore infantile avrebbe reagito a tutto questo...