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 2016  giugno 30 Giovedì calendario

La convention di Donald Trump sarà molto show e poca politica

Non solo politica ma sport, musica e spettacolo. È questo l’ordine di scuderia impartito da Donald Trump in vista della Convention repubblicana di Cleveland. Il candidato del Gran Old Party alle presidenziali americane sembra voglia trasformare il grande raduno per la sua «nomination» in uno show piuttosto che in un evento politico. E per questo ha avviato una serie di contatti, in primis con grandi nomi dello sport a stelle e strisce, con l’obiettivo di fare «audience».
Il tycoon newyorkese, che di spettacolo se ne intende, come dimostra la sua partecipazione in veste di giudice supremo al reality «The Apprentice», sa che per incassare consensi vip e celebrità sportive funzionano meglio di comizi e sermoni politici. Ecco allora che alla corte di Donald potrebbero comparire personaggi del calibro di Mike Ditka, leggendario coach dei Chicago Bears nella stagione della vittoria del Super Bowl, il massimo evento stagionale di football americano. E a seguire Bobby Knight, storico allenatore dello squadrone di pallacanestro dell’Università dell’Indiana, e ancora Brian France, numero uno di Nascar, la più importante competizione di corse per auto. Questi i nomi rimbalzati sui media americani negli ultimi giorni, ai quali se ne aggiunge uno destinato a sbancare in termini di ascolti, Mike Tyson. Ad avanzare l’ipotesi del campione del pugilato è Ivanka Trump, rampolla del miliardario newyorkese che nel corso di un’intervista radiofonica ha anticipato che a Cleveland non andrà in scena «la solita noiosa passerella di politici». Ivanka conferma infatti che tra suo papà e le celebrità in questione sono in corso trattative per la partecipazione alla convention. Sull’ipotesi Tyson però è lo stesso Trump a precisare poco dopo in un tweet che ad «Iron Mike non è stato chiesto di parlare alla convention, anche se sono sicuro che in tal caso avrebbe fatto un grande lavoro». Del resto il re del mattone non ha mai fatto mistero della simpatia che nutre per Tyson, il quale ha espresso il suo pubblico sostegno a Trump. «Mike mi ha dato l’endorsment – ha detto il miliardario lo scorso aprile durante un comizio in Indiana – Tutti i duri mi sostengono, e la cosa mi piace». La simpatia tra Donald e Mike risale agli anni Ottanta, come ricorda l’ex pugile: «In quel periodo le mie più importanti vittorie sul ring le ho messe a segno negli hotel di Trump». Al di là del giallo Tyson, la convention che si tiene dal 18 al 21 luglio nella città dell’Ohio può già vantare un parterre ampio e poliedrico. «Ci saranno i nostri migliori politici – ha spiegato Ivanka -, ma ci saranno anche brillanti uomini e donne d’affari, leader professionali da diversi settori, atleti, allenatori e non solo». Insomma una kermesse più che una convention politica, dove non è chiaro ancora chi farà cosa, ovvero se i vip in questione terranno discorsi, si esibiranno o faranno solo fugaci apparizioni. Alcuni hanno già iniziato a parlare di «Trump festival» visto che a margine della convention alcuni artisti musicali si esibiranno (non a spese del partito) nei quattro angoli di Cleveland per tutti e quattro i giorni. Ci saranno ad esempio i Beach Boys, Bret Michaels dei Poison, stelle del country Usa come Rascal Flatts e The Band Perry e il campione delle classifiche locali Rick Springfield. C’è chi al di là dello spettacolo infine vede dietro al «Trump festival» una precisa strategia elettorale, con la quale il candidato repubblicano punta a conquistare un pubblico di mezza età, soprattutto maschile, piuttosto che donne e minoranze.