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 2016  giugno 30 Giovedì calendario

La bambina in fin di vita per le scelte vegane dei genitori

Quasi uccisa dal crudismo crudele. Meno di tre anni e niente vitamina B12. E niente un sacco di altre cose, veramente, tipo zinco, acido folico e ferro. Perché i suoi genitori hanno deciso che Chiara è vegana. Il veganismo è un movimento filosofico che parte anche da un ammirevole principio (rifiutare ogni forma di sfruttamento degli animali), ma che si traduce, nei fatti, in una sorta di integralismo alimentare. Tanto per semplificare brutalmente: per i vegani sono più i cibi tabù rispetto a quelli frequentabili. Scelta ardua (come tutte quelle dettate dagli integralismi), carica di inconvenienti e perfino paradossale, se si pensa che l’altra motivazione per cui uno sceglie di essere un vegano è quella della «salute» (chi sposa questo regime è infatti convinto di intossicarsi a furia di prodotti di derivazione animale). Perché paradossale? Beh Chiara (e altri due precedenti dell’anno scorso, un bimbo di Firenze e uno di Belluno) sarebbero una dimostrazione sufficiente. La piccola è arrivata, pare proprio per colpa della «dieta», al pronto soccorso del Gaslini di Genova in condizioni gravissime. Peso nettamente sotto i percentili, movimenti rallentati, scarsa reattività e forse complicazioni neurologiche. Ma a rendere ancora più paradossale questo film dell’orrore c’è la spiegazione, da parte dei medici, di come si potrebbe essere vegani senza finire ricoverati. In pratica bisognerebbe (specie se bambini) che un medico monitorasse la situazione costantemente, pronto ad intervenire e ad integrare le pesanti carenze di questo regime con supporti chimici. Il che vale a dire che per evitare di ammalarsi, bisognerebbe vivere tutta la vita come malati. A noi sembra già sufficientemente folle così, ma ognuno sceglie di campare o di crepare come crede. Ma Chiara? Chiara, questa specie di involontaria Cenerentola aggiornata (qui è la carrozzina a trasformarsi in zucca), non ha scelto come campare e neppure come rischiare di crepare. E di certo i suoi genitori vegani saranno stati mossi dalle migliori intenzioni, fatto sta che la bimba è arrivata in ospedale in condizioni pietose: magra, magrissima, carente di tutto ciò che le servirebbe per crescere e per farlo in salute. Cavoli a merenda e pure a colazione. Chiara e un indebolimento ottuso progressivo. Non devono essersene accorti i genitori, perchè prima di fare una corsa disperata al Gaslini (attraversando tutta la Liguria), hanno insistito col regime vegano. Che è l’opposto di quella esigenza, di quell’urgenza atavica che ogni madre ha nei confronti del proprio figlio: nutrirlo, al limite perfino iper-nutrirlo, e farlo crescere, vederlo crescere. Che infatti è la prima cosa che fa una madre quando diventa tale: offrire il seno. Ed è la prima cosa che fa un bambino che abbia appena iniziato ad esserlo: cercare il seno. Il primo accudimento è nutrire, il primo contatto è un seno. La prima esigenza è rifocillarsi. A latte, non a lattuga. E poi, se tutto fila liscio, si cresce. E tua mamma inizia a metterti in guardia dall’uomo nero, non dal cavolo nero, o dall’orco cattivo, non dall’orzo cattivo.
Ognuno fa le proprie scelte, ma avere rispetto significa anche attendere che gli altri facciano le proprie. E non metterli, fino a quell’ora, a rischio di vita. Se i genitori della piccola Chiara vegana, avessero avuto genitori vegani a loro volta, forse oggi non avrebbero nemmeno avuto la forza di procreare. E di scegliere di far diventare vegana la propria piccina. I bambini ci guardano, se però prima possono mangiare...