Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  giugno 30 Giovedì calendario

Ecco chi è Theresa May, la nuova lady di ferro che punta alla guida dei Tories

LONDRA. Grazie al referendum, Margaret Thatcher potrebbe avere trovato finalmente una erede nel partito conservatore. È infatti Theresa May, 59enne ministro degli Interni, reputazione da “lady di ferro”, a battere a sorpresa Boris Johnson nei primi sondaggi su chi rimpiazzerà David Cameron a Downing street.
Le sue ambizioni sulla poltrona di premier erano note da tempo, ma c’erano almeno due uomini davanti a lei: il ministro del Tesoro George Osborne, titolare del dicastero più importante, numero due dei Tories, a lungo nei panni di apparente successore designato di Cameron; e Boris Johnson, per otto anni sindaco di Londra, poi in attesa di un incarico di prestigio nel governo e pronto a sfidare Osborne quando fosse venuta la resa dei conti. Il voto della settimana scorsa sull’Unione Europea ha cambiato tutto. Cameron si è dimesso (anche se manterrà l’incarico fino alle primarie). Osborne, schierato con Cameron nel referendum e dunque corresponsabile della sconfitta, ha rinunciato a candidarsi alla leadership. Si è candidato Johnson, come tutti prevedevano, ma il primo ministro vuole fargli pagare la sconfitta che ha messo ignominiosamente fine alla sua carriera. Gli serviva un candidato anti-Boris. Si è presto accorto che ce l’aveva: ma era una candidata.
Figlia di un sacerdote anglicano, laureata a Oxford, sposata senza figli, deputata da due decenni, con una predilezione per scarpe e abiti stravaganti, anche la ministra degli Interni (come Cameron e molti compatrioti) non ama molto l’Europa. Ma quando è stata ora di schierarsi nel referendum, è rimasta fedele al premier e ha scelto anche lei Remain, la campagna per rimanere nella Ue.
Secondo i bene informati, solo per calcolo: era convinta che avrebbe vinto Cameron. Ha però tenuto un basso profilo, disertando comizi e dibattiti televisivi. Un po’ per precauzione: Cameron poteva anche perdere. Un po’ per non inimicarsi l’ala più euroscettica dei Tories. Così adesso May rappresenta la candidatura perfetta: continuità con Cameron e anzi strumento di vendetta, ma al tempo stesso non ostile a chi ha votato per Brexit. L’ideale per riunificare un partito diviso e negoziare il futuro rapporto del Regno Unito con Bruxelles. Non a caso, nel sondaggio del Times supera Johnson 32 a 26 per cento ed è in testa anche in altri rilevamenti, che ne fanno attualmente la favorita.
Naturalmente dovrà affrontare anche altri candidati, tra cui Stephen Crabb, ministro del Lavoro, e Jeremy Hunt, ministro della Salute. Ma è lei l’anti- Boris Johnson, l’ultima arma di Cameron per non consegnare il paese al vincitore del referendum. Aprendo l’ipotesi, se ci sarà una nuova “lady di ferro” nel futuro dei conservatori, a un duello tutto femminile, Theresa May contro Angela Eagle, alle prossime elezioni, che qualcuno prevede entro un anno.
Per salvare la Gran Bretagna dal caos di Brexit, potrebbe volerci dunque una donna. Anzi, due.