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 2016  giugno 29 Mercoledì calendario

Il caso del ristorante preferito di Flaiano a Fregene

Ma chi lo avrebbe detto a Ennio Flaiano, geniale autore del racconto “Un marziano a Roma”, di diventare lui stesso, ironia della sorte, marziano a Fregene, la spiaggia romana dove trascorse gran parte della vita? Lunedì 27, in un polveroso slargo asfaltato, il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, ha scoperto una targa che intitola la piazza, chiamiamola così, a Flaiano. C’era la banda municipale, le autorità in divisa, ma non c’erano i suoi adorati pescatori, quelli a cui Flaiano raccontava a voce le sue storie prima di scriverle.
Montino dal 2013 ha riconvertito a Fiumicino la sua carriera politica: era tra i padroni della Regione Lazio e all’opposizione della giunta Polverini, caduta nel 2012 sullo scandalo dei rimborsi spese con protagonista Franco Fiorito, il “Batman di Anagni”. L’ex-capogruppo del PdL era riuscito a farsi comperare dall’amministrazione, non uno, ma due Suv “di servizio”, per Roma e per la sua Anagni. A scandalo esploso, si scoprì che dei lauti rimborsi che il Batman investiva in auto sportive avevano usufruito tutti i gruppi dell’assemblea regionale. E questo consigliò al Pd di non ricandidare nessuno dei consiglieri uscenti, Montino compreso.
Lo sgarbo ai pescatori ha dato vita a una rivolta capeggiata da Maurizio Mastino, figlio del leggendario Ignazio e titolare del ristorante-stabilimento balneare punto d’approdo di un variegato insieme di gente di cinema, politici, intellettuali e personaggi famosi. Davanti a Mastino fu girato da Fellini “Lo sceicco bianco”. Il maestro e la troupe, in cui troneggiavano Alberto Sordi e Giulietta Masina, a ora di pranzo si sedevano davanti a monumentali piatti di spaghetti con le telline pescate da Ignazio. Flaiano, che con Fellini scrisse la sceneggiatura de “La dolce vita” e di “8 e mezzo”, arrivava a quella stessa ora da casa sua. Oltre che con Federico, così lo chiamavano tutti, pranzavano con Frank Sinatra e Rex Harrison, parlavano e ridevano a crepapelle, lavoravano divertendosi. A un altro tavolo si riunivano l’ex direttore de “La Stampa” e ministro della Cultura Alberto Ronchey, lo scrittore Enzo Siciliano, il manager di Stato Fabiano Fabiani.
In quegli stessi Anni Sessanta e Settanta, Mastino e il Villaggio dei Pescatori erano stati scoperti anche dai politici, che ci andavano di nascosto. Della Prima Repubblica, veniva don Emilio Colombo, che amava l’abbronzatura tutto l’anno. Invece Spadolini non si metteva mai in costume. Poi spuntarono i socialisti, Claudio Signorile, un habitué, e perfino Craxi, a cui Mastino prestava la stanza da letto per un riposino nelle ore più calde. Dopo Tangentopoli, meditava sulla stessa spiaggia Enzo Carra, il portavoce di Forlani reduce dalla gogna pubblica degli schiavettoni. Berlusconi no, ma al suo posto c’era spesso Paolo Bonaiuti.
Il più famoso racconto di Flaiano prende in giro l’indifferenza dei romani: l’astronave proveniente da Marte atterra a Villa Borghese, tutti sono curiosi di vederla, ma dopo un po’ non importa più niente a nessuno. Al contrario, non finirà tanto presto la rivolta dei pescatori contro il sindaco che s’è dimenticato dei veri amici dello scrittore.