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 2016  giugno 29 Mercoledì calendario

Strage all’aeroporto di Istanbul: 50 morti, decine di feriti • Il Parlamento europeo chiede a Londra di avviare la procedura di divorzio «prima possibile» • L’uomo che ha strangolato la compagna e ha nascosto il cadavere nel frigo • Gli italiani pagano 28 miliardi in più di tasse rispetto alla media europea • Le liti in ufficio per l’aria condizionata

 

Strage Ieri sera tre kamikaze si sono fatti esplodere nel terminal dei voli internazionali dell’aeroporto Atatürk, lo scalo principale della megalopoli sul Bosforo. Il bilancio è di quasi 50 morti e 60 feriti, alcuni in condizioni critiche. I media sono prudenti nell’attribuirne la paternità, ma la pista che si segue è soprattutto quella del terrorismo islamico di Isis e solo dopo quella del terrorismo curdo del Pkk, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, che da un anno a questa parte ha ripreso una violenta lotta armata. Fonti di polizia hanno rivelato a «La Stampa» che si è trattato di un’azione coordinata nei minimi dettagli. Il commando era formato da sette persone (tre si sono fatte esplodere, tre sarebbero in fuga e una sarebbe stata arrestata, secondo fonti di polizia) e transitava fra il posteggio e il primo controllo dei bagagli. L’Atatürk, infatti, è noto proprio per le sue alte misure di sicurezza: le valigie dei passeggeri vengono controllate anche prima di entrare nello scalo. I terroristi hanno iniziato una sparatoria con le forze dell’ordine. Due si sono fatti esplodere, mentre gli altri sono riusciti a penetrare nell’aeroporto vero e proprio, arrivando fino all’esterno del controllo passaporti, a poche decine di metri in linea d’aria dalle prime due deflagrazioni: qui ha avuto luogo la terza esplosione. Nel mentre però i terroristi hanno avuto il tempo di sparare sulla folla. Fra i due attacchi sarebbero passati 20 minuti (Ottaviani, Sta).

Brexit Il Parlamento europeo chiede a Londra di avviare la procedura di divorzio «prima possibile». I leader dei grandi paesi avvertono il governo inglese che non può illudersi di eludere gli oblighi comunitari e mantenerne i privilegi. Merkel e Juncker escludono qualsiasi negoziato informale con il Regno Unito fino a che non notificherà la richiesta di distacco dall’Ue. E però la Brexit comincia già a seminare divisioni tra i Ventisette, che si sono ritrovati ieri a Bruxelles per ascoltare l’ultimo saluto di David Cameron. I Paesi euroscettici dell’Est, Polonia, Cechia, Slovacchia e Ungheria, reclamano le dimissioni di Juncker e della Commissione, il rimpatrio di competenze sotto le bandiere nazionali e sperano di evitare in extremis l’uscita dei loro alleati inglesi. Sul fronte opposto Italia e Francia chiedono un rafforzamento del processo di integrazione, insistono perché Londra rispetti la volontà popolare e premono perché la situazione di incertezza sia chiusa quanto prima. Intanto la premier scozzese Nicola Sturgeon, il cui popolo non vuole lasciare la Ue, cerca di stabilire un dialogo diretto con Bruxelles, finora con scarso successo. Dopo il vertice europeo dei capi di stato e di governo riuniti ieri pomeriggio a Bruxelles David Cameron se n’è andato senza comunicare ufficialmente la richiesta di avviare la procedura di recesso del Regno Unito dall’Unione. Oggi, partito Cameron, i Ventisette discuteranno tra loro della Brexit e delle sue conseguenze (a. b., Rep).

Delitto Bernadette Fella, 55 anni. Di Modena, dolce, minuta, due figli di 26 e 30 anni avuti dall’ex marito, ex insegnante, volontaria per un’associazione che prova a reintegrare le persone con difficoltà. Per sette anni aveva una storia burrascosa - fatta di liti continue, botte, denunce, riconciliazioni e remissioni di querela - con Armando Canò, 50 anni, in passato in cura presso un dipartimento di salute mentale, qualche precedente per piccoli furti, conosciuto ai più per il suo lavoro di tuttofare. Una decina di giorni fa durante l’ennesima discussione costui la centrò con un pugno in piena faccia, lei allora trovò la forza di cacciare di casa quell’uomo che la mandava sempre in giro piena di lividi e la terrorizzava (alle amiche diceva sempre «ho paura di morire»). Il Canò scese a prendere le sue poche cose nel ripostiglio dello scantinato ma anche lì scoppiò una lite e lui le strinse le mani attorno al collo finché non smise di respirare. Quindì infilò il cadavere in un vecchio frigorifero in disuso, raggiunse un’amica a Castelfranco Emilia, il primo borgo accanto a Modena andando verso l’Appennino, e le chiese ospitalità per qualche giorno. Il cadavere, mezzo putrefatto, ritrovato lunedì sera dai vigili del fuoco e dalla polizia municipale, chiamati dai vicini di casa che s’erano allarmati per via del fetore che arrivava dalla cantina. Domenica 19 giugno in un condominio alla periferia di Modena (Fulloni, Cds; Baldessarro, Rep).

Tasse Secondo Confartigianato, gli italiani pagano 28 miliardi in più di tasse rispetto alla media europea. In pratica 461 euro di maggiori imposte per ogni abitante. Per le imprese va anche peggio, perché il gap fiscale Italia/Europa è ancora più ampio: il «total tax rate», cioè la somma di tutte le imposte pagate al lordo dei profitti, è pari al 64,8%, il livello più alto dell’intera Unione europea, superiore a quello di Francia (62,7%) ed Austria (51,7%) e più che doppio rispetto a Slovenia (31%) e Svizzera (28,8%) (Baroni, Sta).

Aria condizionata 1 D’estate negli uffici l’aria condizionata continua a contrapporre chi ha freddo e chi ha caldo: perlopiù maschi e femmine, ma non è detto. Una ricerca condotta negli Stati Uniti nel 2015 ha mostrato che il 42 per cento dei dipendenti pensano che in ufficio faccia troppo caldo, il 56 per cento che faccia troppo freddo. Soltanto nella Gran Bretagna, tra spegnere e accendere il condizionatore o lamentarsi si perde il 2 per cento delle ore di lavoro, pari a tredici miliardi di sterline l’anno. In Australia, scrive la Bbc , il caldo asfissiante costa 6,2 miliardi di dollari. Eppure è un dato di fatto che temperature confortevoli, dai 23 ai 25 gradi, aiutino la produttività. Studi della Cornell University, nello Stato di New York, hanno dimostrato che con un bel calduccio di 25 gradi si fanno meno errori: il 10 per cento, per essere precisi, contro il doppio a venti gradi (Serra, Cds).

Aria condizionata 2 Mark Zuckerberg nelle sue sale conferenze fa tenere il termometro a 15 gradi. Barack Obama nello Studio Ovale mantiene una temperatura tale da «far crescere le orchidee», come hanno riferito al New York Times persone a lui vicine (ibidem).

(a cura di Roberta Mercuri)