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 2016  giugno 28 Martedì calendario

Chi è Danilo Pellegrino, il nuovo ad di Fininvest

Cambio al vertice della Fininvest. La holding della famiglia Berlusconi, come anticipato ieri damilanofinanza.it, ha nominato un nuovo amministratore delegato: al posto di Pasquale Cannatelli sale Danilo Pellegrino, finora direttore generale della finanziaria. La decisione è stata presa ieri dall’assemblea chiamata ad approvare il bilancio e, come anticipato da MF-Milano Finanza lo scorso 7 giugno, a distribuire un dividendo di 91,6 milioni di euro a Silvio Berlusconi (cui fa capo oltre il 60% del capitale) e ai suoi cinque figli (Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi). Il cambio al vertice avviene nel segno della continuità, visto che non si è fatto ricorso a profili esterni e che Cannatelli resterà nel cda Finivest come vicepresidente (carica lasciata vacante da Maurizio Costa, presidente Rcs Mediagroup  e Fieg, dopo il suo ingresso nel cda di Mediobanca ) con un ruolo di consulente strategico.
 
 
Pellegrino, milanese, classe 1957, ha iniziato la carriera nel 1975 in Magneti Marelli (gruppo Fca ) ed è entrato in Fininvest nel 1988. Nel 1999 è stato nominato direttore amministrazione, pianificazione e controllo e dal 2003 era direttore generale. Inoltre è presidente di Mediolanum  Vitae e Mediolanum  Assicurazion oltre che del Teatro Manzoni e di Alba Aerotrasporti. Inoltre è consigliere di amministrazione di Mediolanum, Mondadori, Milan Real Estate, Milan Entertainment e di altre società del gruppo. Ora toccherà a lui portare avanti e possibilmente concludere la trattativa per la cessione del Milan alla cordata composta da quattro o cinque soggetti cinesi (Robin Li, il gruppo statale Kweichow Moutai, Mister Evergrande, un immobiliarista e un gruppo del retail) che potrebbe essere definita entro metà luglio. Ma se da Fininvest (assistita dall’advisor Lazard) il via libera alla cessione del club rossonero, valutato complessivamente 750 milioni (di cui 190 milioni di debiti finanziari), è arrivato da tempo ed è stato ribadito anche ieri in assemblea, l’ultima parola spetta ovviamente al fondatore della holding, ovvero Silvio Berlusconi. L’ex premier è ancora ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano dopo l’intervento di sostituzione della valvola aortica e dovrebbe essere dimesso la prima settimana di luglio, per cui il closing del passaggio di proprietà del Milan potrebbe essere siglato tra il 10 e il 15 luglio.
 
 
Tornando ai conti Fininvest, il 2015 si è chiuso a livello consolidato con ricavi per 4,756 miliardi (+1% rispetto al 2014), con un mol di 1,4 miliardi (+1,9%), un ebit di 226,3 milioni (-6,8%) e con un risultato netto in sostanziale pareggio, dunque in calo rispetto all’utile di 9,9 milioni del 2014. L’indebitamento invece è sceso da 1,055 miliardi a 789,1 milioni, mentre il patrimonio netto consolidato a fine esercizio ammontava a 5 miliardi. La capogruppo Fininvest ha invece riportato un utile di 221,4 milioni e ha deciso di distribuire agli azionisti un monte dividendi di 91,6 milioni (0,45 euro per azione). Era da cinque anni che la holding di via Paleocapa (nel cui cda è tornato anche il consigliere Bruno Ermolli, già nel board dal 2005 al 2012) non distribuiva dividendi di esercizio, mentre in alcune occasioni, come nell’autunno scorso, si era proceduto alla distribuzione di riserve.
 
 
«Il 2015 è stato un anno di particolare importanza per il gruppo», si legge nel comunicato Fininvest. «Da una parte è proseguito il lavoro sull’efficienza dei processi produttivi e sul controllo dei costi, dall’altra sono stati avviati progetti di grande significato per il futuro dell’intero gruppo, alcuni dei quali concretizzati nel 2016 e finalizzati, a seconda dei casi, a consolidare la leadership nel core business (l’acquisto di Rcs  Libri da parte di Mondadori, ndr), ad ampliare il perimetro delle attività core (l’acquisizione di Banzai  Media sempre a opera di Mondadori, ndr) o a stringere partnership internazionali per affrontare le nuove sfide dei mercati (la cessione di Mediaset Premium a Vivendi, entrata nel capitale di Mediaset, che a sua volta avrà il 3,5% del gruppo francese, ndr)».