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 2016  giugno 28 Martedì calendario

Italiani, un popolo dipendente da Whatsapp e dalle sue sorelle. Se le donne preferiscono Messanger, gli uomini si danno a Telegram

Se Whatsapp e le sue sorelle cercavano un paradiso, certo lo hanno trovato qui in Italia. Dove 46,7 milioni di persone – tra cui migliaia di anziani e bambini – hanno installato sullo smartphone le applicazioni del dialogo come Messanger, Telegram, Skype, Viber, Messenger e Whatsapp. E dove il 70% delle persone pigia su queste app entro 30 minuti dal risveglio e il 63% nella mezz’ora prima del sonno. Record europeo di dipendenza.
Queste app rivoluzionano i modi di comunicare non solo dei giovani, ma dell’intero Paese. Il Garante delle Comunicazioni (l’AgCom) spiega che gli italiani tra i 45 e i 54 anni hanno aumentato del 19% i messaggi gratuiti via app e ridotto contestualmente del 12% le telefonate. Finanche i nostri nonni, sempre più digitali, hanno capito come risparmiare. Dunque tagliano del 10% gli sms, mentre aumentano dell’11 i messaggi da applicazione. Più alto è il titolo di studio e maggiore è l’inclinazione a rimpiazzare la chiamata da cellulare (che bene o male costa) con il messaggio da app; e la stessa tendenza è più forte tra i 14 e i 24 anni.
Gli italiani fanno partire oltre 2300 comunicazioni al mese, via app, dato anche qui superiore alla media mondiale.
La gratuità spinge gli utenti a inviare tanti nano-testi (addirittura più brevi dei tweet), coriandoli di lettere e parole che poi si compongono in frasi di senso compiuto. Il tutto è facilitato dalla notevole affidabilità della rete mobile, dove il nostro Paese non accusa alcun ritardo, anzi. Il tasso di diffusione della Lte, il binario di ultima generazione, da noi è del 90% contro l’86 della media europea.
Il vecchio glorioso sms è costretto a cambiare pelle per non morire. È vero, quello tradizionale è in picchiata. Se gli italiani se ne scambiavano più di 90 miliardi nel 2011, nel 2015 sono scesi a meno di 32. Cresce invece – in Italia come nel mondo – un sms a valore aggiunto. Come quello che la banca ci spedisce per sicurezza, dopo che abbiamo usato bancomat o carta di credito. Questo specifico segmento è così vitale che Whatsapp comincia a contattare le banche per offrirsi di consegnare le comunicazioni di servizio ai clienti.
In Italia, quasi la metà delle famiglie conserva la linea fissa del telefono. Per abitudine, per sicurezza. Ma questo zoccolo duro sarà presto scalfito da Whatsapp e dalle altre applicazioni che già permettono o permetteranno presto di raggiungere un apparecchio fisso sia pure attraverso la rete Internet (in modalità Voip). Il Garante, dunque, profetizza una estinzione non lontana del telefono tradizionale collegato al filo.
Nella sua indagine sui “Servizi di comunicazione elettronica”, il Garante stesso incorona Messenger di Facebook come app più amata dalla donna italiana; mentre la russa Telegram è nel cuore degli uomini. Ora Telegram è solo decima nella classifica delle applicazioni più scaricate sugli smartphone del nostro Paese. Ma è anche la sigla che registra la progressione più forte nel gradimento degli italiani. Siamo a un più 130% (tra settembre 2014 e novembre 2015). Il sud Italia e le isole, certo, usano Whatsapp e Messenger. Ma questa area del Paese si aggrappa a un’applicazione forse meno nota. Si chiama Chad2win ed è lei a pagare te. Ti dà cioè dei micropagamenti più lunga è la tua chat con amici e parenti. Non solo. Meridionali e isolani mantengono una certa fedeltà al BlackBerry, malgrado le traversie del marchio. Altissimo resta ancora l’uso del Bbm (il BlackBerry Messenger), che peraltro funziona con altri sistemi operativi.