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 2016  giugno 28 Martedì calendario

L’Islanda compie il miracolo e l’Inghilterra se ne torna a casa. Oltre alla partita ha perso anche la faccia

Il 5 giugno 2004 l’Inghilterra sconfisse 6-1 l’Islanda, in amichevole. Jon Dadi Bodvarsson, a 12 anni, era davanti alla tv per vedere la differenza tra il calcio «vero», quello che lui sognava, e quello che poteva vedere sui campi di casa. «Sono cresciuto guardando la Premier League e per questo mi sembrava un po’ strano giocare stasera proprio contro l’Inghilterra». Per capirci, in quell’estate Wayne Rooney era passato dall’Everton al Manchester United per l’equivalente in pounds di 40 milioni di euro.
Alla vigilia della partita Jon Dadi aveva detto con faccia spavalda: «Prima di Euro 2016 il nostro obiettivo era di superare la fase a gironi. Ma ora vogliamo scrivere una pagina di storia ancora più grande per il nostro Paese». Detto e fatto.
L’Islanda va avanti con merito e affronterà nei quarti di finale la Francia. Fino a ieri sera i francesi avrebbero stappato champagne. Ma ora sanno di dover sfidare una squadra predestinata, accompagnata da un pubblico fantastico.
L’Inghilterra torna a casa ancora una volta, abbacinata dalla presunzione di essere la Nazione che ha inventato il calcio e perciò non ha nulla da imparare. La gestione della partita di Roy Hodgson (che a fine gara ha ovviamente comunicato che lascerà) è stata disastrosa, ma lo stesso si può dire di Paperone Hart (secondo errore dell’Euro sul gol del 2-1, dopo quello sulla punizione di Bale contro il Galles), dell’immobile Cahill, dell’irriconoscibile Kane e di Vardy che è entrato di malavoglia e non ha toccato un pallone. L’immagine più triste, al 30’, è stata la simulazione di Alli in area islandese. È lì che, perdendo la faccia, l’Inghilterra ha perso anche la partita. Un tracollo paragonabile solo alla sconfitta contro gli Stati Uniti nel Mondiale del 1950. O alla Corea italiana del 1966, in Inghilterra appunto.
Eppure gli inventori del calcio si erano trovati nella miglior situazione possibile, visto che dopo 3’, per un’uscita scriteriata di Halldorsson a travolgere Sterling, è arrivato l’1-0 col rigore di Rooney, al gol numero 53 in 115 presenze.
Il vantaggio, però, è durato soltanto 2 minuti, e l’uno-due ravvicinato ha messo in chiaro la differenza dell’Islanda da qualsiasi altra Nazionale del mondo: 1) gioca con il «portiere volante», ruolo che all’oratorio abbiamo ricoperto tutti per mancanza di specialisti del ruolo; 2) è più pericolosa su fallo laterale che su calcio di punizione. Lo schema che aveva già colpito contro l’Austria è stato ripetuto per l’1-1: rimessa laterale chilometrica di Gunnarsson, spizzata di testa di Arnason e gol in anticipo di Ragnar Sigurdsson. Poi, su papera di Hart, è arrivato il raddoppio di Sigthorsson. Da lì in poi l’Inghilterra non è più esistita. E Ragnar ha cercato il gol in rovesciata, chiuso tutti gli attacchi e scatenato la domanda: ma perché nessuno lo aveva mai visto fino ad ora?
P.S.: la parola Brexit, in tutto il pezzo, non è stata usata per scelta e non per dimenticanza.