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 2016  giugno 28 Martedì calendario

Strano a dirsi ma il Mezzogiorno cresce più del Nordovest. Una notizia rinfrancante

Una notizia rinfrancante dall’articolazione territoriale del Pil nel 2015: la crescita del Mezzogiorno è stata stimata all’1 per cento, pari a quella del Nordovest e superiore al risultato del Nordest (+0,8%).
I dati resi noti ieri dall’Istat a proposito dell’articolazione territoriale del Pil ci danno una notizia rinfrancante. Stiamo parlando dell’intero 2015 e la novità riguarda la crescita del Mezzogiorno che è stata stimata all’1% pari a quella del Nordovest e superiore al risultato del Nordest (+0,8%). Oltre al confronto diretto – in passato sempre sfavorevole – il valore di questo dato deriva dalla constatazione che si tratta del primo recupero dopo sette anni di cali ininterrotti. In buona sostanza la Grande Crisi nel nostro Sud è stata ancora più lunga e quindi non si può non festeggiare il primo segnale di inversione di tendenza. Anche sul versante dell’occupazione i dati Istat sono lusinghieri: il Mezzogiorno «ferma le lancette» su +1,5% con un contributo positivo di tre volte superiore al Nordovest e il tutto si commenta da sé. Gli addetti ai lavori però invitano (giustamente) alla cautela sostenendo come dopo un lunghissimo ciclo negativo come quello accusato dal Mezzogiorno si possa generare un rimbalzo dell’economia reale che va inquadrato nel modo giusto senza cadere in alcuna forma di illusione. Fatto tesoro del prezioso caveat e cercando di capire qualcosa in più possiamo registrare come il miglior contributo (di gran lunga) alla risalita del Pil sia arrivato dal settore agricolo con un valore aggiunto del +7,3%. Una significativa variazione viene anche dal commercio, dai trasporti e dalle telecomunicazioni (+2,7%) e con minore efficacia anche dalle costruzioni. Restano al palo l’industria e il resto dei servizi. E non è chiaramente un buon segno. Uscendo dal resoconto dei dati di ieri si può aggiungere come l’opinione prevalente tra gli economisti propenda da tempo per denunciare un ulteriore allargamento della forbice Nord-Sud resa ancora più ampia dal drenaggio continuo di capitale umano qualificato che il Mezzogiorno subisce in una quantità annuale stimata oltre le 200 mila unità. A questo punto non resta che attendere il prossimo Rapporto Svimez, in arrivo per la fine di luglio, per arricchire dibattito e riflessioni.