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 2016  giugno 27 Lunedì calendario

Imparare a costruire un biplano da caccia del ’25 a scuola. Succede a Rieti

Marco, 18 anni, misura e cataloga uno ad uno i pezzi, anche i più piccoli, che comporranno l’aereo. È un lavoro delicato, non sono ammessi errori. L’Enac (Ente nazionale aviazione civile) ha già inviato gli ispettori per valutare lo stato di avanzamento dell’opera. A partire dal prossimo anno scolastico Marco sarà il direttore del Reparto Controllo, è il designato in pectore da parte del Consiglio d’amministrazione dell’Arca. Arca è una sigla che vuol dire Azienda reatina costruzioni aeronautiche e ha la sua sede all’interno dell’Istituto di Istruzione superiore Celestino Rosatelli di Rieti. Marco, infatti, è uno studente così come sono studenti i suoi colleghi di lavoro, dal direttore della progettazione Stefano Rosati, 21 anni, ai direttori dei reparti Lavorazioni metalliche, Lavorazioni legno e montaggio, Costi e organizzazione fino ad arrivare al direttore generale, Giuseppe Poscente, 19 anni, che quest’anno sosterrà l’esame di maturità.
GLI INSEGNANTI«Lo scopo è di instillare nei nostri ragazzi una mentalità aziendale. Concetti come professionalità e responsabilità non stanno scritti nei libri di testo. Noi insegniamo loro a prendere coscienza delle proprie vocazioni», dice Daniela Mariantoni che è la preside dell’Istituto e la presidente del Consiglio d’amministrazione dell’Arca, di cui fanno parte anche Luigi Aldini (comandante pilota ed ex dirigente d’azienda) e Sabatino Falsini (professore di meccanica). L’obiettivo che l’Arca si è dato è quello di ricostruire e di fare volare l’aereo CR1, biplano da caccia del 1925, progettato dall’ingegnere reatino Celestino Rosatelli (1885-1945). Si tratta della più originale start up degli ultimi anni, oltretutto un’iniziativa a chilometro zero, visto che Celestino Rosatelli è il genius loci e che proprio a lui è intitolata la scuola che partorirà il progetto.
L’impresa è talmente virtuosa che la sua notorietà ha già varcato i confini di Rieti. Un Istituto tecnico di Pisa, saputo dell’iniziativa dei ragazzi reatini, si è ricordato di avere chissà come nei propri magazzini due ali di un vero CR1 e le ha date in prestito all’Arca perché potessero essere meglio riprodotte; l’Alenia ha donato all’Istituto i disegni originali su carta del CR1: «Li ho convertiti in disegni tridimensionali, li ho caricati sul programma in modo da poter fare i prototipi utilizzando la stampante 3D», dice Stefano Rosati, direttore della progettazione.
Rifare il CR1 e farlo volare non sarà uno scherzo. L’aereo era lungo più di sei metri e aveva un’apertura alare di quasi nove metri. Tanto per far capire di che pasta era fatto il nostro velivolo, ricordiamo che il 5 maggio 1925 l’asso dell’aviazione Mario de Bernardi ottenne, proprio alla guida di un CR1, il record mondiale di velocità sulla distanza di 500 chilometri, volando alla media di 254 chilometri all’ora. Il velivolo progettato dall’ingegner Rosatelli venne adottato dalla Regia Aeronautica per le sue doti di maneggevolezza e velocità. Andò a sostituire soprattutto il Nieuport 29, un aereo di fabbricazione francese del 1918 che aveva fin lì fornito straordinarie prestazioni, come l’esser riuscito a fissare il nuovo primato di altezza a 9.520 metri. 
Il CR1, realizzato in struttura mista legno-metallo, entrò in servizio nel 1925. L’Aeronautica ordinò ben 240 esemplari del velivolo prodotto dalla Fiat Aviazione. Nel corso degli anni trenta, alcuni aerei CR1 vennero modificati mediante l’installazione di motori Isotta Fraschini. Insomma, il CR1 di Rosatelli tenne alte le sorti dell’Aeronautica italiana per oltre un decennio e rimase in servizio fino al 1936. 
I FINANZIAMENTI«Ora il problema più grande sarà rifare il motore – dice Aldini – Non è infatti possibile riprodurlo esattamente com’era. Dobbiamo essere rispettosi del disegno originale ma anche in parte affidarci alle nuove tecnologie. L’aereo non sarà ricostruito per fare bella mostra di sé in un museo ma è destinato a volare e dovrà farlo in condizioni di sicurezza. Per il motore ci vorranno almeno 30 o 40 mila euro». Per quanto riguarda i tempi di realizzazione, nessuno si sbilancia. Siccome l’Arca è un’azienda scolastica, il personale è soggetto ai cicli della scuola: i ragazzi che arrivano al diploma lasciano l’azienda per continuare a studiare all’Università o fare altre esperienze. Al loro posto subentrano i colleghi più giovani. È partita proprio in questi giorni la campagna di reclutamento tra gli studenti per nuove forze da coinvolgere nel progetto: si sono registrate quaranta adesioni. Tutti vorrebbero partecipare.
LA PROMESSAA far visita all’Istituto e ai ragazzi dell’Arca è venuto qualche tempo fa anche l’ex presidente del Senato Franco Marini, che a Rieti ha fatto il liceo. «Sono sorpreso dallo spirito, dall’organizzazione e dallo sforzo che fate per ricostruire questo velivolo», ha detto ai ragazzi, aggiungendo: «Prendo un impegno: finite l’aereo entro il 2017-2018 e, visto che presiedo il comitato storico-scientifico presso la Presidenza del Consiglio, possiamo costruirci una manifestazione a carattere nazionale». L’Arca e il nuovo CR1 potrebbero davvero spiccare il volo sull’Italia.