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 2016  giugno 27 Lunedì calendario

Ritratto di Nicola Sturgeon, la lady di ferro scozzese che sogna l’Europa e l’indipendenza

Non fatevi ingannare dal sorriso, perché questa signora bon ton, in tailleur, con i capelli a caschetto immobili anche al vento delle cime tempestose di Holyrood, Nicola Sturgeon, il primo ministro che vuole portare la Scozia fuori dalla Gran Bretagna, e nel frattempo impedire che il Regno Unito ne esca, è una tipa tosta. Il sacro fuoco della politica, Mrs Sturgeon lo ha ereditato dalla madre Jane (anche lei nel Nsp), ma un ruolo importante nella sua formazione lo ha giocato anche Margareth Thatcher, tanto che spesso i suoi concittadini rispolverano per lei l’appellativo di «Iron Lady», lady di ferro – ma anche, per la verità, di «Nippie sweetie», dolcezza pungente. «Ero una bambina ai tempi della Thatcher – ha raccontato Nicola Sturgeon in un’intervista alla Bbc – l’economia non andava molto bene, c’era un sacco di gente intorno a me che cercava un modo per sopravvivere in un futuro di disoccupazione e tutto questo mi ha instillato un forte senso di giustizia sociale e la convinzione che fosse sbagliato per la Scozia essere guidata da un governo conservatore che non aveva neppure eletto».
Lealtà e rigidità
Nata a Irvine 46 anni fa, Nicola Sturgeon si è laureata in legge all’Università di Glasgow. Ma ha esercitato la professione di solicitor solo per qualche anno. Il suo sogno è sempre stato la politica. Aveva 16 anni quando si è iscritta al partito indipendentista, presentandosi alla porta della sezione della sua città. Ventinove anni quando fu eletta al Parlamento scozzese, per poi diventare ministro ombra del Snp per l’istruzione, la salute e la giustizia. Nel 2004 annunciò che si sarebbe candidata alla leadership del Snp dopo le dimissioni di John Swinney, ma prevalse Alex Salmond, che la nominò sua vice. Lei non ha mai cercato di fargli le scarpe. È la lealtà una delle sue doti, come la rigidità uno dei suoi difetti.
Un pizzico di vanità
Sposata con Peter Murrell, leader del suo partito, non ha figli, anche se ha chiarito che «Non è stato un sacrificio fatto per la carriera, certe cose possono succedere e non succedere nella vita, mi ritengo comunque molto fortunata. Vivo una vita comunque completa». L’impegno in politica non le ha tolto la vanità e da quando è diventata la star dei dibattiti televisivi è dimagrita, grazie alla dieta consigliata dalla cantante Beyoncé. I completi diventano sempre più sgargianti, e brillano nei dibattiti tv come il suo eloquio, che mette ko i rivali politici.
La battaglia della vita
La sua immagine da perfetta padrona di casa però inganna, è lei stessa infatti ad ammettere di non saper cucinare («sono senza speranza, per fortuna che c’è mio marito») e di rilassarsi nella sua casa di Glasgow guardando House of Cards, la fiction sulle trame del potere alla Casa Bianca, che la allena a districarsi tra le trame di Westminster. A chi la accusa di essere una rampante, lei risponde che sì, è «ambiziosa» se questo significa far raggiungere «il successo al suo partito». E grazie alla sua caparbietà ha tolto voti ai laburisti, ma anche ai tory. Quando le hanno chiesto chi preferiva tra il premier Cameron e il leader dell’opposizione Ed Miliband ha risposto con ironia: «Miliband è leggermente più attraente».
Ma non fidatevi, l’unica cosa che la attrae è la causa indipendentista e quella femminile. L’obiettivo da raggiungere subito, dice «è quello della parità di salario tra uomo e donna». Una vita dedicata alla causa indipendentista, una carriera che non ha avuto incertezze. È stata il braccio destro di Alex Salmond, e ha preso il suo posto dopo la sconfitta al referendum del 2014, voltando pagina, come è solita fare. Si chiude una strada e se ne apre un’altra. E la nuova strategia è stata quella di acquisire potere, conquistando seggi a Westminster, nelle elezioni del 2015, mossa necessaria per spingere Cameron ad accelerare la devoluzione della Scozia e che oggi torna utile per fermare la Brexit. La sua nuova missione, la battaglia della vita.