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 2016  giugno 27 Lunedì calendario

C’è un piano per salvare le banche italiane in caso di tracrolli in Borsa

Le autorità italiane stanno pensando a un intervento straordinario sul sistema bancario che potrebbe scattare se le forti turbolenze sui mercati scatenate dalla decisione del Regno Unito di uscire dall’Ue dovessero continuare all’inizio della settimana. L’intervento sarebbe coordinato con i partner europei e potrebbe utilizzare gli spazi di manovra previsti dalle norme comunitarie sugli aiuti di Stato, oppure richiedere, solo in extremis, un loro cambiamento. La decisione arriva dopo che venerdì i titoli bancari italiani hanno perso il 22 per cento per l’ondata di vendite che ha coinvolto i mercati globali.
La giornata di lunedì viene ritenuta molto importante per capire se lo shock causato dalla cosiddetta Brexit sia passeggero, oppure abbia bisogno di una risposta più forte. «Prima di lasciare che il sistema bancario sia destabilizzato, perché qualcuno in Sussex ha deciso di lasciare l’Ue, faremo tutto il possibile», ha detto un funzionario coinvolto nelle negoziazioni.
Il piano sarebbe concentrato sugli istituti più in difficoltà, tra cui Monte dei Paschi di Siena. L’obbiettivo è quello di sgravarne i bilanci dal peso dei crediti deteriorati, oppure rafforzarne il capitale con un intervento straordinario.
L’Italia intende muoversi con risorse finanziarie proprie invece di fare ricorso allo strumento dello European Stability Mechanism, il cosiddetto fondo salva- Stati. Questa opzione richiederebbe l’attivazione di un programma, come è avvenuto per la Spagna nel 2012. L’intervento rischia di scontrarsi con le norme europee, che richiedono il coinvolgimento degli obbligazionisti tramite il cosiddetto “bail in” in caso di aiuto di Stato.
L’Italia potrebbe appellarsi alle eccezioni previste dalla normativa europea, legate al rischio che una crisi diventi sistemica. In un’intervista a Repubblica in maggio, Ignazio Angeloni, membro del Consiglio di vigilanza della Bce, ha ricordato come la risoluzione bancaria, che prevede l’applicazione del “bail in” non scatti «anche in caso di aiuti di Stato, se vi sono seri disturbi economici e finanziari, purchè l’aiuto avvenga in determinate forme».
Matteo Renzi, presidente del Consiglio, ha seguito in prima persona la pratica, che potrebbe essere analizzata nell’incontro che terrà con Angela Merkel, cancelliere tedesco, e Francois Hollande, presidente della repubblica francese a Berlino.L’Italia intende agire in assoluto accordo con i partner europei per evitare strappi che potrebbero risultare controproducenti. Le difficoltà di questi giorni stanno riguardando i titoli bancari di tutta l’Ue e anche Paesi come la Francia e la Germania potrebbero avere interesse a una interpretazione più flessibile delle norme.
La scelta dipenderà molto dall’andamento dei mercati di domani. «Se le banche perdono un altro 20%, la situazione diventa pesante», ha detto il funzionario. «Se invece si stabilizzano, trovano un “pavimento”, o addirittura c’è un rimbalzo, allora è un altro discorso», ha aggiunto. L’intervento sarebbe legato principalmente all’andamento del mercato azionario, che, si teme, possa provocare provocare dubbi sulla solidità del sistema. La situazione della liquidità non desta invece preoccupazioni, dopo che l’intervento del fondo salva- banche Atlante nel sottoscrivere la quasi totalità dell’aumento di capitale di Veneto Banca ha risolto uno dei nodi più critici. «Tra venerdì e sabato si è sistemato Veneto Banca, dove poteva esserci qualche problema», ha detto un altro funzionario.
L’intervento continuo della Bce sul mercato dei titoli di Stato, tramite il programma di quantitative easing, è riuscito a tenere sotto controllo gli interessi sui Btp, con il rendi-mento dei titoli decennali che è salito di 0,16 punti percentuali, a solo l’1,55%. Si tratta di livelli ben più bassi rispetto a quelli delle fasi più acute della crisi dei debiti sovrani dell’eurozona, e ben al di sotto di livelli che farebbero preoccupare gli investitori di un contagio sui bilanci delle banche.
I vertici della Banca d’Italia, del Ministero dell’Economia e della Consob si sono incontrati la settimana scorsa nel Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria, l’organismo preposto a vigilare sul rischio di crisi sistemiche, che non si riuniva dall’inizio del 2013. Consob ha chiesto alla Banca d’Italia di misurare con esattezza il gap di capitale delle banche italiane, ma Via Nazionale preferisce aspettare l’esito degli stress test dell’Autorità Bancaria Europea, che si concluderanno nelle prossime settimane. L’autorità europea non ha ancora deciso se comunicare con precisione i dati relativi a ciascuna banca, anche perché gli stress test sono relativi alla situazione dei bilanci alla fine del 2015.