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 2016  giugno 26 Domenica calendario

Occhio in Olanda a Wilders, il crociato che vuole cacciare i musulmani e uscire dall’Ue

Il suo programma è da sempre quello di «cacciare i musulmani». Adesso, Geert Wilders lo rafforza prendendo ispirazione da Boris Johnson – un politico che ammira e col quale condivide il colore (nel caso artificiale) dei capelli – e auspicando di poter cacciare anche l’Europa dai suoi Paesi bassi. «Se sarò premier, per prima cosa convocherò un referendum per uscire dall’Unione», ha promesso mentre commentava l’inizio della fine delle difficili nozze fra Londra e Bruxelles. 
Difficile che diventi capo del governo, anche se quest’anno i sondaggi sulle intenzioni di voto gli hanno stabilmente attribuito fra 30 e 40 dei 150 seggi della Camera bassa Orange, gli stessi assegnati ai due principali partiti di governo messi assieme, i Liberali di Rutte e i Laburisti di Samsom. Gli altri partiti sono pronti a qualunque coalizione pur di fermarlo. Almeno a parole. 
Wilders si ritiene un crociato, predestinato alla guerra contro Allah. Si comporta lui stesso da «dio», non esita a offrirsi di decidere i destini degli altri uomini scegliendoli e punendoli solo per il colore della pelle o la fede. Ha costruito il consenso sul conflitto, sfidando chiunque dichiarasse di credere nel dialogo quale ricetta per risolvere le tensioni etniche e religiose. Tutto questo gli ha reso possibile un’alleanza con la Lega di Matteo Salvini, uno che vorrebbe essere come lui.
Occhi di ghiaccio, cinquantadue anni, un viso da ragazzino, Wilders gira sotto scorta per la Fatwa lanciatagli da Al Quaeda nel marzo 2008, quando giurò di «odiare il mondo islamico» e affermò «la netta superiorità della cultura cristiana su quella musulmana». A chi gli chiede se non tema di creare un terremoto fra le comunità religiose offre un classico «Me ne frego!». Risposta che, secondo i sondaggi, lo rende gradito al 15-20 per cento dell’elettorato olandese.
«Vogliamo essere responsabili per le scelte del nostro Paese, il nostro denaro, i nostri confini, le nostre politiche per l’immigrazione», proclama il politico che ha paragonato il Corano al «Mein Kampf» di Hitler. Vuole blindare i Paesi Bassi e non risponde mai direttamente a chi gli fa notare che la chiusura dei confini ammazzerebbe il porto di Rotterdam, la macchina della ricchezza nazionale. «Al più presto dobbiamo esprimerci sulla partecipazione all’Unione», insiste. Giovedì mattina un sondaggio ha detto che il 55 per cento dei suoi concittadini è d’accordo sul principio. «Propaganda», dicono fonti del governo Rutte, prima di ribadire che le consultazioni popolari sono ammissibili solo sulle nuove leggi e non su quelle già in vigore. 
Wilders non se ne cura. Nel mondo in cui chi urla di più è il più ascoltato, lui continua imperterrito a raccogliere le simpatie fra chi teme la crisi e le migrazioni. Crocifiggendo l’Islam «totalitario» e l’Unione Europea «matrigna».