Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  giugno 25 Sabato calendario

Sanders alla fine cede: «Voterò per Hillary»

Bernie Sanders torna all’ovile. Dopo aver promesso per mesi che avrebbe continuato a lottare contro Hillary Clinton per la nomination democratica fino alla convention di fine luglio, il senatore del Vermont ha annunciato invece che voterà per l’ex first lady alle elezioni di novembre. È un primo segnale che il candidato, che si definisce socialista, sia disposto a cedere alle pressioni dei leader del suo partito, a cominciare da Barack Obama, affinché accetti la sconfitta e si schieri dietro a Clinton, ponendo così fine a una lunga battaglia interna.
Alla tv Msnbc che gli chiedeva se avrebbe votato per Clinton alle elezioni di novembre, Sanders ha risposto: «Sì. La vera questione qui è che farò tutto quello che posso per sconfiggere Donald Trump. Penso che Trump sarebbe un disastro per questo Paese, se fosse eletto presidente». Negli ultimi giorni un sondaggio Bloombergaveva rivelato che oltre un quinto degli elettori di Sanders è disposto a votare per Trump.
Sanders intende però continuare ad animare il movimento cui ha dato vita, allo scopo di introdurre le sue posizioni progressiste (lotta alle diseguaglianze, accesso universale alla salute e all’educazione, difesa dell’ambiente) nella piattaforma democratica, in vista delle elezioni dell’8 novembre.
La base del suo partito sembra sostenerlo: secondo un sondaggio Reuters/ Ipsos, tre quarti degli elettori democratici sono convinti che Sanders dovrebbe avere un «ruolo importante» nel definire le posizioni della compagine. E il senatore ha esortato ieri i suoi sostenitori a continuare la lotta per trasformare gli Stati Uniti. «Dobbiamo lavorare senza sosta per essere sicuri che Trump non diventi presidente. Ma non è abbastanza – ha dichiarato –. Dobbiamo proseguire la trasformazione di questo Paese. E il modo più importante che conosco per farlo è che tutti noi siamo coinvolti nel processo politico».