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 2016  giugno 25 Sabato calendario

Calcio, vino, case e banche: cosa cambia per noi e per loro

La rinuncia all’Unione Europea rischia di mandare all’aria i piani di Antonio Conte, prossimo allenatore del Chelsea di Roman Abramovitch. Sarà difficile per il club tesserare Alvaro Morata, l’ex juventino astro emergente della Spagna.
Anche il soccer, industria di punta del Regno (fino a quando?) Unito che contribuisce al Pil per 3,4 miliardi di sterline (più 2,4 miliardi di imposte) pagherà infatti il suo tributo alla nuova situazione. I calciatori europei, che finora hanno goduto della libera circolazione dei lavoratori garantito dagli accordi Ue, dovranno d’ora in poi adeguarsi alle regole in vigore per gli altri, tipo i campioni del Sud America. Ovvero, il club potrà tesserare solo giocatori extracomunitari che abbiano giocato almeno il 30% delle partite della propria Nazionale maggiore. Requisito che Morata, appena entrato nel giro della Roja, non può ancora vantare. In buona compagnia perché, come ha fatto notare David Beckam, con questo sistema il Manchester United avrebbe dovuto rinuncuare a Eric Cantona e a Cristiano Ronaldo.
Anche questo aspetto, secondario (ma non troppo), terrà banco nella difficile transizione dei rapporti tra Bruxelles e Londra, caratterizzati per ora dal ribaltone della sterlina e dalle tensioni sui mercati che, per la verità, hanno per ora più confermato il malessere delle economie sostenute dal paracadute della Bce (vedi Italia e Spagna) che non seminato il panico nei listini della City. Del resto va sottolineato che il provvedimento non riguarda i giocatori che già miliatno nella Premier.
SOS, CARO PROSECCO
Scampato pericolo, insomma, anche se, ahimè, sarà più difficile brindare con un buon prosecco, il crollo della sterlina combinato con il rischio in aumento delle accise in occasione dei prossimi accordi bilaterali che dovranno sostituire gli accordi Ue, rischia di pesare sul prezzo delle bollicine del Nord-Est che hanno spodestato lo champagne. Il prosecco è ormai al centro di un vero e proprio boom in costante accelerazione: nei primi quattro mesi del 2016 le vendite oltre Manica sono aumentate del 38%, ovvero il 48% n più dei rivali francesi. Insomma, una serie di primati che ha fatto di Londra e dintorni un’area doc: una bottiglia di Prosecco su cinque in questi mesi è stata consumata in un wine bar d’oltre Manica. Riusciranno le bollicine made in Italy ad aver ragione del caro Prosecco? Speriamo di sì, ma l’aumento dei prezzi si farà sentire.
DISCO ROSSO AI LOW COST
Anche perché, si lamentano in coro Michael O’Leary (numero uno di Ryanair) e Carolyn McCall (al vertice di EasyJet) l’uscita dalla Ue comporterà un aumento delle spese per i colossi low cost: le tariffe rischiano di impennarsi e gli investimenti previsti negli scali britannici potrebbero via via diminuire incrementando allo stesso tempo i prezzi dei biglietti. Ryanair ha già messo le mani avanti: «Siamo pronti a diminuire gli investimenti e saremo costretti ad aumentare le tariffe», è stato il messaggio spedito da Dublino. «Abbiamo scritto oggi stesso al governo britannico e alla Commissione Europea – ha annunciato la numero uno di EasyJet, chiedendo loro di porsi come priorità la permanenza del Regno Unito nel Mercato unico europeo dell’aviazione, data l’importanza per i consumatori e per gli interscambi commerciali». Ma non tira buona aria.
TURISMO TARIFFE SU
Rischia di essere un anno gramo anche per il turismo inglese verso l’Europa. Una vacanza sul Continente, tutto compreso, potrebbe costare fino a 330 euro in più per una famiglia di quattro persone, tra svalutazione della moneta, maggiori costi per i trasporti ed oneri varo. Ma questi calcoli, anticipati da David Cameron, non sono stati sufficienti a far cambiare idea agli elettori britannici. Anche perché, complice la svalutazione, potrebbe essere un anno d’oro per il turismo europeo verso l’isola che ha scelto di cambiar rotta, magari rinunciando ad un asso del pallone e (speriamo di no) ad un brindisi con il prosecco.
SVOLTA PER LE BANCHE
Infine le banche. Cosa cambierà? «Le filiali italiane di banche estere – spiega Guido Rosa, presidente Aibe, associazione Italiana Banche Estere – fino a oggi erano considerate europee grazie al passaporto Ue (non solo quelle inglesi ma anche quelle extraeuropee che utilizzavano Londra come base per operare in Europa) e da domani saranno considerate extraeuropee». Quindi? Non usufruiranno delle facilitazioni delle banche comunitarie sulla libertà di apertura degli sportelli e la dotazione patrimoniale. «Insomma – conclude – per questo motivo alcuni istituti extra Ue potrebbero trasferire le proprie sedi europee in altre piazze (diverse da Londra ndr) all’interno del perimetro comunitario.