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 2016  giugno 25 Sabato calendario

Clementina Forleo vuole creare un movimento culturale a tutela dei magistrati

Uno aprile 2015: il clima nelle aule del Tribunale di Roma è “surriscaldato” e lei (giudice della decima sezione penale) se la prende con l’impianto di condizionamento, fino a chiedere (con altri dipendenti di piazzale Clodio) di «verificare la pulizia dei filtri e anche il funzionamento del termostato. 19 gennaio 2016: il solito tribunale romano, oltre agli ascensori fermi e ai bagni rotti e vecchi, manca il riscaldamento e lei (presidente di collegio) è costretta a spostare i lavori e tutti quanti in un’altra aula.
Sono le ultime volte (in ordine di tempo) in cui il giudice Clementina Forleo ha fatto parlare di sé, escludendo (a onore del vero) che il 5 maggio scorso ha strigliato un agente della Digos in forza a Torino che ha presentato certificato d’impedimento a testimoniare in aula. E se si esclude, naturalmente, ieri: ché su facebook ha annunciato di dare vita a un movimento a tutela dei magistrati «liberi» per riformare la giustizia italiana. «Fuori la politica e le correnti dal Csm: solo così avremo magistrati davvero liberi e la legge potrà essere uguale per tutti. Questo è il mio programma per costituire un movimento culturale che denunci le storture del sistema giudiziario in chiave costruttiva. Chi può essere interessato mi contatti in privato», scrive Clementina. Lei, che è sempre stata un outsider nel sistema giustizia. E sembrano lontani i tempi in cui l’allora gip di Milano dava scandalo perché assolveva presunti terroristi islamici da lei identificati come «guerriglieri» e nella sentenza scriveva che non bisognava confondere il terrorismo con la resistenza. Come se si fosse mai verificato (almeno fino adesso) un attacco kamikaze su su obbiettivi militari. E sembrano mesozoici anche i tempi in cui la Forleo era al centro delle controversie giuridiche sull’uso delle intercettazioni e sulla legge Boato. Era metà 2000 e i giornali titolavano sul braccio di ferro tra Pisanu (allora ministro dell’Interno) e Forleo. Querela a destra e a manca. E Clementina dichiarava: «Non querelo i rozzoni ma chi ha il dovere istituzionale di tacere». Cossiga disse: «Si dia al tennis». E lei: «Mi sono fatta una bella risata». Selva: «Magistrato con la kefiah». E lei: «Querelato». Ora per il giudice outsider è il tempo «della difesa dell’autonomia dei magistrati e della difesa dei diritti di tutti». Chi vuole può aderire.