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 2016  giugno 25 Sabato calendario

Cameron si dimette • Come hanno votato in Gran Bretagna • La Scozia vuole uscire dal Regno Unito • Il crollo delle Borse • Papa Francesco parla del genocidio degli armeni • Un indagato per il crollo del palazzo a Milano: un uomo che non voleva separarsi da sua moglie • Chiara Appendino in ospedale • I simulatori degli Europei


Cameron Dopo il voto sulla Brexit David Cameron si è dimesso: «C’è bisogno di aria fresca e di un altro leader entro il prossimo congresso del partito a ottobre». Anche Jeremy Corbyn, leader laburista, potrebbe essere costretto alle dimissioni, perché accusato di non essersi battuto abbastanza per vincere la sfida elettorale (Franceschini, Rep).

Voti Il 73% degli inglesi compresi tra 18 e 24 anni ha votato il «remain». Nella fascia 25-49 anni lo ha fatto il 56%, con la linea d’ombra che si colloca esattamente sui 43 anni, divisi in due. Da lì in poi è tutto Brexit, dai 50 ai 64 anni con 56%, mentre gli over 65 superano il 62%. Il 71% degli inglesi laureati o in possesso di un diploma specializzato ha votato per restare in Europa. Il 66% dei loro connazionali che hanno interrotto gli studi a 16 anni ha scelto il «leave». Il dato in assoluto più alto per il no alla Brexit è arrivato dai quartieri londinesi di Lambeth e Hackney, popolati da studenti, dove l’età media è compresa tra 31 e 33 anni, e dove c’è stato un quasi plebiscito europeista con il 76%. Le prime nove città in ordine di grandezza del Regno Unito hanno dato la prevalenza al «remain», nell’Inghilterra rurale ha vinto il «leave» (Imarisio, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]

Scozia In Scozia il 63,4% (74,4 a Edimburgo) ha votato per il«remain». Quindi si torna a parlare di un referendum per l’indipendenza, come ha dichiarato ieri la premier scozzese Nicola Sturgeon, «adesso una nuova consultazione è altamente probabile perché portare la Scozia fuori dalla Ue contro la volontà degli scozzesi è democraticamente inaccettabile». Quello che più scotta agli scozzesi è che nel 2014 in molti votarono contro l’indipendenza da Londra proprio perché la coesione al Regno Unito garantiva l’appartenenza all’Europa (Del Re, Rep).

Borse Il voto in Gran Bretagna si riflette subito nella finanza: Borse a picco, petrolio in forte calo, mercato delle valute in altalena, corsa verso i beni rifugio come l’oro. A Piazza Affari raffica di sospensioni al ribasso, nelle prime battute solo due titoli su 40 dell’indice principale riescono a fare prezzo. Alla fine della seduta l’indice Ftse Mib segna un calo del 12,4%, peggior ribasso dal 1998, peggio di Lehman e peggio dell’11 settembre. Sono 61 miliardi di capitalizzazione persi in una sola seduta. A picco anche Madrid e Atene, Parigi cede oltre l’8%, Francoforte il 6,33%. Zurigo, piazza difensiva, limita il calo al 3,44%. Giù anche Wall Street: il Dow Jones perde il 3,38%, peggior calo dal 2011. Londra cede solo il 3,14%. A Milano i titoli peggiori sono quelli delle banche, con ribassi superiori al 20% (Paolucci, Sta).

Armenia Papa Francesco in visita in Armenia, riferendosi al massacro degli armeni di 101 anni fa da parte dell’Impero Ottomano, parla di «genocidio». Il termine contestato non c’era nei discorsi ufficiali distribuiti ai media alla partenza per il viaggio apostolico di tre giorni in Armenia. Però parlando davanti al presidente armeno Serzh Sargsyan e dopo aver incontrato il catholicos armeno Karekin II ha detto: «Quella tragedia, quel genocidio inaugurò purtroppo il triste elenco delle immani catastrofi del secolo scorso, rese possibili da aberranti motivazioni razziali, ideologiche o religiose, che ottenebrarono la mente dei carnefici fino al punto di prefiggersi l’intento di annientare interi popoli. È tanto triste pensare che le grandi potenze internazionali preferivano guardare dall’altra parte». Si attendono ora le reazioni da Ankara. Di recente la Turchia ha richiamato l’ambasciatore in Germania dopo il sì del Bundestag alla risoluzione sul genocidio armeno. E solo da pochi mesi è rientrato presso la Santa Sede, dopo nove mesi di assenza, l’ambasciatore turco presso il Vaticano, anch’egli richiamato in patria dopo altre affermazioni del Papa sul genocidio. La Turchia non nega il massacro, ma non ammette il termine di genocidio, giustificando i fatti con l’atmosfera di guerra alla vigilia del Primo conflitto mondiale (Ansaldo, Rep).

Gas Per l’esplosione di un tubo del gas che il 12 giugno ha distrutto un palazzo a Milano (vedi Fior da fiore del 13 giugno 2016) ora c’è un indagato per strage: Giuseppe Pellicanò, 50 anni, pubblicitario originario di Reggio Calabria. Questi non accettava la separazione dalla moglie e dalle sue due figlie. Pellicanò, nella notte di sabato, ha manomesso di sua volontà il tubo flessibile del piano cottura ed è andato a dormire, convinto di non risvegliarsi più, insieme a tutta la sua famiglia. Invece sono morti i vicini di casa, oltre alla moglie di Pellicanò. Le due figlie sono vive, ma con gravi ustioni. Pellicanò si è salvato, scaraventato dall’esplosione contro la balaustra del terrazzo di casa. Si trova ancora in condizioni critiche, con bruciature sul volto e resta sedato (Randacio, Rep).

Appendino Il nuovo sindaco di Torino, Chiara Appendino, è stata ricoverata per un febbre molto alta che non voleva passare. Lì è stata visitata e sottoposta a esami clinici che hanno escluso problemi di natura polmonae: solo un’influenza di natura batterica, più probabilmente virale. Ora è ricoverata per qualche giorno di riposo e antibiotici.

Simulazione In 36 partite giocate agli Europei in Francia tra il 10 e il 22 giugno, gli episodi di simulazione in campo sono stati 107. Puniti con un’ammonizione: nessuno. Tra le 107 simulazioni, si annoverano 8 tuffi e 99 messe in scena: contatti di gioco regolari, o falli veniali, a cui sono seguite false manifestazioni di dolore. Il primo simulatore è il Portogallo (10 casi), ben rappresentato da un’ex conoscenza dell’Inter, Ricardo Quaresma, top player dei trucchetti con 4 simulazioni. L’Italia è al terzo posto, con 8 tra simulazioni e sceneggiate, a pari merito con l’Albania e dietro la Romania. I calciatori dell’Irlanda del Nord non fingono e quindi sono ultimi in classifica. Squadre che hanno commesso più falli: Romania 51, Italia 49, Ucraina e Ungheria 46. Nazionali con più ammoniti: Italia e Romania (10). Numero di gol: 1,92 a partita, la media più bassa della storia tra Europei e Mondiali (Santucci, Cds).

(a cura di Daria Egidi)