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 2016  giugno 25 Sabato calendario

Atlante in cerca d’ossigeno (cioè di 500 milioni)

Archiviata la partita Veneto banca (che andrà al fondo per la quasi totalità del capitale), per Atlante si apre una nuova fase, quella dei prossimi investimenti nel settore dei crediti in difficoltà, i Non performing loans. Dal Festival dell’economia di Trento Alessandro Penati, che guida il fondo, aveva annunciato un’operazione “importante” come importo sugli Npl (un paio di miliardi) entro la prima metà di luglio ma la dotazione del Fondo si va assottigliando: tra la Popolare di Vicenza e Veneto banca sono già stati assorbiti 2,5 miliardi.
Una boccata d’ossigeno potrebbe arrivare dalla Sga, la bad bank nata negli anni Novanta per le sofferenze del Banco di Napoli e che ora sta per passare anche formalmente sotto il controllo del Ministero dell’Economia (il passaggio è inserito nel decreto legge per i rimborsi agli obbligazionisti delle quattro banche in risoluzione, che verrà votato alla Camera la prossima settimana). In pancia ha oltre 500 milioni di liquidità, generati dagli utili realizzati negli anni (su sofferenze per 12 mila miliardi di vecchie lire, è stato recuperato circa l’85%) che potrebbero essere impiegati per gli Npl; l’importante è trovare una soluzione che non ricada negli aiuti di Stato. Un’ipotesi che trova ampi consensi è che questi fondi vengano utilizzati per sostenere Atlante nella sua attività di gestione degli Npl. «Consideriamo forme di investimento, non direttamente in Atlante ma su eventuali strumenti attivati da Atlante per il mercato delle sofferenze bancarie, come per esempio un veicolo» ha dichiarato in un’intervista alla Reuters il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, un paio di settimane fa.
Nessun colpo di scena invece (e del resto ci sarebbe voluto un miracolo) sull’aumento di capitale di Veneto banca: alla quota sottoscritta dai vecchi soci, il 2,2%, si è aggiunto ieri un solo ordine, per un milione di euro, da parte di un investitore istituzionale. Complessivamente, quindi, il Fondo Atlante prenderà fino ad un massimo del 98,76% delle azioni: la cifra esatta si conoscerà tra qualche giorno, quando si saprà quanti sottoscrittori revocheranno l’ordine. La Borsa infatti ha preso atto del fallimento dell’offerta ed ha revocato la quotazione, condizione che fa scattare la possibilità per i sottoscrittori di chiamarsi fuori.
A questo punto i riflettori si spostano su Atlante. A partire da cosa vorrà fare delle due partecipazioni, la Popolare di Vicenza e ora Veneto banca. Una delle ipotesi è quella della fusione, che ieri ha avuto la benedizione politica del presidente del Veneto, Luca Zaia: «Spero che si vada verso una fusione tra le due banche e che si possa salvare la parte buona dell’eredità di queste due popolari».