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 2016  giugno 23 Giovedì calendario

Berlusconi ha saldato il debito che il Pdl-Fi aveva con le banche. Ha sborsato quasi cento milioni di euro. Ora l’unico creditore degli azzurri è lui

Silvio Berlusconi ricomincia a camminare. Forza Italia corre. Si muovono rapidi soprattutto quei dirigenti che chiedono una riorganizzazione del partito (e un congresso) per porre fine alla gestione del cosiddetto “cerchio magico”. Le elezioni amministrative hanno determinato una situazione favorevole per gli azzurri. Oppure, detta con altre parole, Fi sta meno peggio di come tutti si aspettavano. Il tentativo di spallata della destra lepenista non è andato a buon fine. La Lega Nord rimane un partito territoriale, non sfonda nel Centro Sud. A Roma Giorgia Meloni ha avuto belle soddisfazioni personali, ma non è arrivata al ballottaggio. Allora i forzisti, nonostante le difficoltà, mantengono centralità nello scenario. La ricostruzione del centrodestra non può prescindere da loro. E il voto dei Comuni non ha spostato l’asse della coalizione a destra.
Per questo alcuni colonnelli azzurri si stanno dando un gran da fare. Non hanno allentato la presa neanche quando il Cavaliere era sotto i ferri. Anzi, ritengono che sia opportuno accelerare proprio ora che il partito è temporaneamente privo del leader, ricoverato ancora per qualche settimana al San Raffaele. I più attivi sono quelli del cosiddetto “Asse del Nord”. Anti-renziani e favorevoli alla ricomposizione del centrodestra, chiedono che si costituisca un direttorio per traghettare Forza Italia in questi tempi in cui Silvio sarà convalescente. A maggior ragione se il leader dovesse poi decidere di limitare il proprio impegno politico per concedersi maggior riposo. L’asse fa riferimento soprattutto a Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, e a Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato. Toti ha deciso una strategia di grande esposizione mediatica per dire no a chi ipotizza che la nuova leadership del centrodestra vada cercata fuori dai partiti. Nella società civile. È un’auto-candidatura? Forse. Toti ha la sua fondazione, utile per fare rete e raccogliere fondi, e mantiene buoni rapporti con i leghisti e gli ex An. Se dovessero proporgli di scendere in campo, non si tirerebbe indietro. Romani? È più concentrato sulla “derossizzazione” del partito. Intesa come Maria Rosaria, amministratrice unica e plenipotenziaria fino al giorno del ricovero di Berlusconi. Quando la figlia Marina ha accusato chi gestiva l’agenda del padre di averlo quasi mandato al Creatore. Il presidente dei senatori azzurri guida la sommossa interna, assecondando, dice, le indicazioni della famiglia e dei vertici dell’azienda. Il primo incarico che potrebbe lasciare la Rossi è l’ultimo che aveva assunto, quello di commissario del partito a Caserta. Dove, nonostante i vari comizi dell’ex premier, i risultati elettorali sono stati deludenti. Si deciderà nelle prossime ore. Nel frattempo l’unica certezza è che, direttori e caminetti a parte, Forza Italia è di Silvio Berlusconi. Nel vero senso nel termine. Dal bilancio 2015 appena approvato viene fuori che il Cavaliere, in qualità di fidejussore, ha saltato i debito che il Pdl-Fi aveva con le banche. Ha sborsato una cifra mostruosa di quasi cento milioni di euro. Ora l’unico creditore degli azzurri è lui. Questa mossa è servita per permettere al partito di chiedere nuovi prestiti alle banche al fine di fare fronte ai debiti con i fornitori. Ieri il Cav ha ricevuto la visita di Gianni Letta e Niccolò Ghedini, i due fedelissimi ai quali ha temporaneamente delegato la gestione del partito. Berlusconi, rivela il consigliere, «legge, parla, telefona, riceve le visite. Forse ne ha avute fin troppe e Zangrillo dice che è meglio risparmiarlo e farlo riposare». Per quanto riguarda il recupero «procede tutto bene, lo staff è soddisfatto». La conferma arriva anche da Zangrillo, medico personale dell’ex premier: «Il decorso post-operatorio del presidente Berlusconi sta procedendo in modo positivo, secondo le aspettative. Ciononostante si ritiene opportuno ribadire che le visite continueranno a essere consentite solo ai figli e ai più stretti collaboratori».
Centellinate anche le chiamate. Ieri Silvio ha ricevuto la telefonata del presidente dello Stato d’Israele Reuven Rivlin. È stata una «conversazione affettuosa» nel corso della quale Rivlin ha augurato «a nome di tutto il popolo israeliano» al leader azzurro una «prontissima guarigione» ringraziando Berlusconi per tutto quello che ha fatto per il popolo d’Israele. Rivlin aveva conosciuto l’ex capo del governo italiano quando era presidente della Knesset.