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 2016  maggio 31 Martedì calendario

Gli americani hanno quasi finito la scorta di bombe

G li americani stanno esaurendo la scorta di bombe. In quasi due anni di campagna contro lo Stato islamico ne hanno sganciate 41.697, mettendo a segno 12.453 raid su obiettivi in Siria e in Iraq. Non tutte sono state lanciate dagli aerei statunitensi: il Pentagono le ha “prestate” anche ai bombardieri europei, canadesi e arabi intervenuti contro l’Is. E si trattava sempre di ordigni “intelligenti”, con sistemi di guida basati soprattutto sulle coordinate Gps oppure sui puntatori laser. A febbraio il segretario alla Difesa Ash Carter aveva messo le mani avanti, preannunciando la richiesta di fondi per un miliardo e 800 milioni di dollari destinati ad acquistare nei prossimi anni 45 mila nuove bombe, tutte molto più sofisticate di quelle gettate contro il Califfato. Ma il consumo di ordigni sta aumentando rapidamente con il progredire delle avanzate sul campo: la triplice offensiva contro Falluja, Mosul e Raqqa viene sostenuta da massicci attacchi dal cielo. E adesso per sostenere questo spietato rullo compressore, i generali devono risolvere un dilemma strategico: quali arsenali sguarnire per continuare a sostenere la sfida contro Stato islamico? Conviene prelevarle dalle riserve in Asia, da quelle in Europa o dalla madrepatria? La loro decisione farà capire quale è la minaccia più temuta dalla Casa Bianca.