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 2016  maggio 31 Martedì calendario

Stalin era una brava persona e Kruscev un bugiardo. Lo dice un libro di Grover Furr

Nelle edizioni La Città del sole esce «Kruscev mentì», un libro firmato da tale Grover Furr, pp. 428, 25,00 euro, professore alla Montclair State University del New Jersey. Stalinista convinto, russofono, Furr elenca in questo straordinario libro di devozioni storico dialettiche «la prova che tutte le «rivelazioni» sui «crimini» di Stalin (e di Beria) nel famigerato «Rapporto segreto» di Nikita Krusciov [sic] al XX Congresso del Partito comunista dell’Unione sovietica del 25 febbraio 1956 sono dimostrabilmente false». Dopo «false» c’è un asterisco e più sotto, tra parentesi, una nota: «Tutte le rivelazioni tranne una, che non posso dimostrare se sia vera o no».
Di seguito, senza parole. Un uomo modesto. «Stalin respinse lodi e adulazioni dirette a lui più e più volte nel corso di molti anni»; «Quasi ogni libro di memorie di persone che hanno avuto contatti personali con Stalin, riporta aneddoti che dimostrano l’opposizione e anche il disgusto di Stalin per il culto della sua persona»; «Ci sono prove concrete che gli oppositori o diedero inizio al «culto» di Stalin, o vi parteciparono con entusiasmo come copertura per le loro attività di opposizione».
Quanto poi al tentativo di Stalin «di rifiutare l’onorificenza d’Eroe dell’Unione sovietica fu vanificato quando il riconoscimento, che non aveva mai accettato, fu appuntato su un cuscino collocato nella bara alla sua morte». Guarda caso.
«Tutto il tono del discorso di Kruscev che accusava Stalin d’aver deviato dal socialismo con immensi crimini dei quali Kruscev lo riteneva unico responsabile era identico al ritratto demonizzante di Stalin fatto da Trotsky». (Ritratto demonizzante di Stalin. Fatto da Trotsky).
I processi di Mosca. «Tutte le prove di cui disponiamo attualmente dimostrano l’esistenza d’una diffusa serie di cospirazioni anti-governative destro-trotskiste che coinvolgevano molti importanti dirigenti di partito, entrambi i capi dell’Nkvd Ezhov e Lagoda, leaders militari d’alto rango e molti altri»; «Ci sono un gran numero di prove circostanziate che suggeriscono che lo stesso Kruscev potrebbe aver partecipato a questa cospirazione destro-trotskista».
Ancora i processi di Mosca. «Nessuna prova è mai emersa a suggerire che che le confessioni di Zinoviev e Kamenev fossero altro che autentiche. Una prova che conferma le loro confessioni di colpevolezza è emersa fin dal 1991».
Purtroppo «il governo russo ha finora rifiutato di pubblicare i documenti d’indagine sul loro caso»; «Persino il rapporto di riabilitazione, pubblicata nel 1989, sebbene ampiamente manipolato, contiene indicazioni della loro colpevolezza, perchè in esso Zinoviev dichiara due volte di «non essere più» un «nemico».
Deportazioni d’interi popoli: fu per il loro bene. «La collaborazione di questi gruppi con i nazisti fu tanto ampia che punire le persone coinvolte avrebbe messo in pericolo la sopravvivenza di quei gruppi etnici in quanto tali. Avrebbe significato eliminare con il carcere e le esecuzioni ampie fasce di giovani, lasciandone pochissimi per sposare le giovani donne. La deportazione ha mantenuto intatti questi gruppi».
La rivoluzione liberale di massa di Baffone, stroncata dagli alleati inaffidabili. «Lo storico Iuri Zhukov ha esposto una (…) teoria, secondo la quale l’obiettivo di Kruscev era di chiudere decisamente la porta alle riforme democratiche volute da Stalin e che coloro che erano stati alleati di Stalin nel Presidium, in particolare Malenkov, cercavano ancora di promuovere. Tali riforme erano volte a togliere al partito il controllo sulla politica, l’economia e la cultura, affidandolo [sic] nelle mani di soviet eletti».