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 2016  maggio 31 Martedì calendario

Il neonato morto dopo essere stato circonciso in casa. È successo a Torino

Henry era stato circonciso, come vuole la tradizione musulmana. Ma non è successo in ospedale: il piccolo, un mese appena, è stato affidato a un sedicente dottore, che ha praticato l’incisione senza sedativi, senza l’assistenza di medici veri, nella stanza di una ex scuola occupata di Torino, nel quartiere popolare di Aurora. Qui, da alcuni giorni, aveva trovato rifugio insieme ai suoi genitori, originari del Ghana. Un rito, un passaggio che ha fatto di lui un vero musulmano, ma che gli ha tolto la vita.
Prima la febbre alta, poi la somministrazione di paracetamolo in supposta, forse in dosi non congrue per un frugoletto di appena 4 chili, l’arresto cardiaco e, soltanto ieri a mezzogiorno, la corsa disperata in ospedale, quando ormai era troppo tardi. Al Maria Vittoria tutti i tentativi di rianimarlo sono stati inutili. Ora a stabilire le cause di morte sarà l’autopsia. Intanto la madre, profuga 35enne, da cinque anni in Italia e con un permesso di soggiorno umanitario rilasciato lo scorso marzo, è stata ascoltata per ore dalla polizia e poi denunciata, in concorso con persona ignota, per esercizio abusivo di attività medica, provocando la morte del figlio come conseguenza di altro delitto. Pare che sia stata lei a reclutare il connazionale, conosciuto come «chi si occupa di circoncisioni a domicilio». Ha accompagnato il piccolo in ambulanza, poi è stata trattenuta dalla polizia. E quando ha saputo della morte del piccolo si è sentita male. Del «dottore» che avrebbe eseguito la circoncisione, per ora sul tavolo di Marco Martino, capo della Squadra Mobile di Torino, c’è soltanto il nome. L’uomo è ricercato. Così come lo è stato, per alcune ore, il padre della vittima. Lui, 33 anni, irregolare, si era allontanato dall’ospedale subito dopo il ricovero di Henry. È ricomparso in questura ieri sera e adesso sta collaborando con gli investigatori. Al momento non sembra aver preso parte al rito, ma è difficile credere che non ne fosse a conoscenza.