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 2016  maggio 31 Martedì calendario

Si è suicidato un altro manager Zurich

Secondo suicidio nel giro di tre anni ai piani alti del più grande gruppo assicurativo svizzero. Martin Senn, ex numero uno di Zurich Insurance Group, si è tolto la vita a pochi mesi dalle sue repentine dimissioni. A confermare il decesso è la stessa azienda, che in una nota si dice «esterrefatta» e «profondamente sconvolta». Stando al quotidiano «Blick», il manager 59enne si sarebbe sparato venerdì nella sua casa di villeggiatura a Klosters, nel Cantone dei Grigioni. Senn, che era sposato con una violinista sudcoreana e aveva due figli, soffriva di depressione e negli ultimi tempi non partecipava più a nessun evento pubblico, riporta il giornale. Secondo un conoscente la perdita della sua posizione lo aveva fortemente segnato.
Il caso torna a riaccendere i riflettori su Zurich, quinta società assicurativa in Europa. Nell’agosto del 2013 si era già tolto la vita il direttore finanziario Pierre Wauthier. In una lettera d’addio il 53enne aveva criticato il presidente del consiglio di amministrazione, Josef Ackermann, accusandolo di aver creato un clima di lavoro insopportabile e di averlo messo sotto pressione. Tre giorni dopo l’ex numero uno di Deutsche Bank aveva rassegnato le sue dimissioni. In seguito un’indagine interna scagionò Ackermann da qualsiasi responsabilità, giungendo alla conclusione che non aveva esercitato pressioni eccessive su Wauthier. Commentando la morte di quest’ultimo, Martin Senn aveva spiegato che «persino quando si conosce bene una persona e si lavora a stretto contatto con lei, non si riesce purtroppo mai a guardare del tutto dentro di lei».
Senn era salito alla guida di Zurich nel 2009, dove era approdato tre anni prima come capo investimenti, guadagnandosi grandi elogi per la sua capacità di gestire con accortezza il portfolio del gruppo nel pieno della tempesta della crisi finanziaria. Chi lo conosceva lo descrive come un tipo avveduto, che, come ricorda il magazine «Bilanz», si teneva lontano dalle luci della ribalta, non dava peso allo status e non di rado si fermava a pranzo e offriva il «tu» ai dipendenti, che lo amavano molto.
Lo scorso dicembre aveva dovuto rassegnare le dimissioni dopo una serie di risultati negativi culminati nel crollo dell’80% degli utili nel terzo trimestre. Troppo forti erano diventate le pressioni degli investitori, che criticavano la scarsa crescita del gruppo, costretto a rinunciare all’acquisizione della britannica Rsa e duramente colpito dai pagamenti per i danni provocati dalle esplosioni nel porto di Tianjin in Cina. Un tonfo per Senn, che era abituato da anni a elargire alti dividendi e nella sua era non aveva registrato neanche una perdita. A marzo Mario Greco, ex Ad di Generali, ha assunto la guida del gruppo, che in precedenza aveva annunciato il taglio di 8000 dei 55.000 posti di lavoro.
La Zurich non è l’unica grande azienda elvetica colpita dal suicidio di un suo top manager. Nel 2013 si era tolto la vita l’amministratore delegato di Swisscom, il tedesco Carsten Schloter. Due anni prima si era suicidato il Ceo di Ricola, Adrian Kohler.