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 2016  maggio 31 Martedì calendario

La nuova legge francese che abolisce la prostituzione. Discutiamone

È lecito mettere in vendita e comprare un corpo umano? Non si tratta, come scriveva Victor Hugo, di pura e semplice schiavitù? C’è chi sostiene che sono le prostitute stesse a volerlo: è un commercio come un altro, perché non vendere ciò che è tanto richiesto? La risposta è che anche in tempi di schiavitù legale, uomini e donne si offrivano sul mercato perché era uno dei modi piu rapidi, anche se brutali e spicci, di procurarsi da vivere. E comunque se una cultura e uno Stato accettano che esista un mercato di corpi umani, ci sarà sempre chi venderà e chi comprerà, senza farsi scrupoli. Il denaro circola e molti si arricchiscono. Queste non sono le elucubrazioni di una femminista, ma il pensiero comune di molte nazioni europee come Svezia, Islanda, Norvegia, Irlanda del Nord, Canada e, in parte, il Regno Unito, che hanno già proibito o stanno elaborando leggi del tutto nuove che vietino «l’acquisto di atti sessuali». Strano che sia passato completamente sotto silenzio la nuova legge francese, entrata in vigore dallo scorso 15 aprile. Una legge rivoluzionaria che non si propone di regolamentare la prostituzione, come si fa di solito, ma vuole proprio abolirla. I principi su cui si basa questa legge vengono spiegati così: 1) una società civile non può tollerare la vendita dei corpi umani; 2) l’idea dei «bisogni sessuali incontenibili» dei maschi appartiene a una concezione arcaica e degradante della sessualità che favorisce lo stupro; 3) la prostituzione non può in alcun modo essere considerata un’attività professionale, a motivo dello stato di costrizione che per lo più è all’origine dell’ingresso in essa, della violenza che la caratterizza e dei danni fisici e psicologici che provoca; 4) è fondamentale, da parte delle politiche pubbliche, offrire alternative credibili alla prostituzione, garantire i diritti fondamentali alle persone che si prostituiscono, contrastando decisamente la tratta degli esseri umani e lo sfruttamento sessuale.
La legge sanziona l’acquisto di un atto sessuale e riafferma il principio di non patrimonialità del corpo umano, prevedendo a carico del cliente una contravvenzione di 1.500 euro, che, in caso di recidiva, può trasformarsi in multa di 3.750 euro. L’uomo recidivo viene costretto, a sue spese a un corso di rieducazione sessuale. Come vi spiegate che in Ita lia non se ne sia nemmeno accennato?