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 2016  maggio 31 Martedì calendario

Come difendere meglio la Casa Bianca, un simbolo del potere troppo accessibile

Un pacco sospetto lanciato oltre il recinto della Casa Bianca ha disturbato per qualche ora il lavoro di Barack Obama che si trovava nei suoi uffici. La polizia ha fermato una donna, per ora senza fornire altri dettagli sul contenuto dell’involucro. Allarme rientrato. Ma il caso rafforza la preoccupazione dei servizi segreti: la residenza del presidente americano è troppo vulnerabile. Il mese scorso due intrusi sono stati bloccati mentre correvano nei giardini. Il 27 novembre 2015, il giorno del Ringraziamento, un uomo con tanto di pancetta, Joseph Caputo, scavalcò l’inferriata sul lato frontale dell’edificio, mentre Obama e i suoi erano a pranzo. Anche negli anni passati singoli incursori sono riusciti a superare l’inferriata e ad avvicinarsi pericolosamente agli ambienti dove vive e lavora il numero uno degli Stati Uniti, con la sua famiglia e i due cani portoghesi d’acqua, Bo e Sunny, persino loro minacciati il 9 gennaio scorso.
Il punto debole è il recinto: «del tutto insufficiente» ha riferito Thomas Dougherty, capo dell’ufficio strategico del servizio segreto. I tecnici hanno già studiato un progetto con la contromisura considerata essenziale: l’altezza della barriera va raddoppiata. Oggi misura 2,38 metri, deve arrivare a 4,76 metri.
Dopodiché, come riferisce il New York Times, si è aperta una discussione articolata, con argomenti politici, estetici, storico-filosofici.
La Casa Bianca fu disegnata in stile neo classico dall’architetto irlandese James Holban che si ispirò, notano i critici, alle ville del Palladio. Il risultato è un edificio basso, immerso nel verde, aperto alla vista e al pubblico. Una residenza democratica già nell’aspetto, dunque. E così è sempre stato fin da quando il 1 novembre 1800 fu inaugurata da John Adams. All’epoca c’era solo una piccola recinzione di ferro. Il cancello che si vede oggi fu costruito nei primi anni Venti.
Adesso il problema è come mantenere intatto il simbolo di un potere che vuole rappresentarsi come trasparente, accessibile. Non un Palazzo, non un Castello di una qualche dinastia, ma la Casa, appunto, di un tutto un popolo: «We people», le prime parole della Costituzione americana. Sono state già scartate diverse soluzioni: per esempio quella di collocare pannelli in plexiglass. Si rischierebbe l’effetto zoo o palazzetto dello sport.
Alla fine è probabile che il cancello venga alzato mantenendo la stessa struttura di oggi: con le punte di lancia più alte e più strette. I lavori dovrebbero cominciare nel 2018. Per allora ci sarà il nuovo presidente. Certo, se dovesse vincere Donald Trump potrebbe capitare di tutto. Il candidato repubblicano, nel corso della campagna elettorale, ha mostrato una particolare passione per muri e difese.