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 2016  maggio 31 Martedì calendario

Lo staff, gli assessori e il codice etico: intervista a Virginia Raggi

«I nomi che ho in mente per la mia giunta? Stiamo ancora vagliando tante persone. E lo stesso discorso vale per il vicesindaco». Virginia Raggi, candidata sindaco per i Cinque Stelle a Roma non vuole sbilanciarsi. Ha presentato la struttura della sua squadra con un video sui social e sui blog. Ammette che «nella ricerca degli assessori ho avuto e sto avendo qualche problema, perché c’è il tema del rispetto della parità di genere e molte donne mi dicono che non ce la fanno a conciliare il ruolo dell’assessore insieme al carico della famiglia, e questo nel 2016 è preoccupante». Indica anche che la selezione è aperta a stranieri, che sono sul suo tavolo «curriculum internazionali».
Ha detto che state valutando i profili. Intende lei e lo staff? Chi sceglierà?
«La parola finale è sicuramente la mia, il sigillo è mio. L’esame dei curriculum e delle esperienze precedenti lo stiamo facendo congiuntamente. Le scelte le faccio in autonomia, ma il supporto è fondamentale».
State selezionando delle persone anche per il «board cultura», la vostra cabina di regia culturale?
«Sì. E qui ho intenzione di proporre nomi che non appartengono al mondo strettamente artistico o dello spettacolo, ma che hanno una visione culturale a 360 gradi».
Ma di questo board faranno parte anche le celebrità come Sabrina Ferilli, Fiorella Mannoia o Claudio Santamaria che si sono spese per voi in questi giorni?
«Forse sì. Per noi si tratta di un laboratorio permanente di idee».
Ha parlato di un assessore alla smart city, Cosa intende?
«Roma è una città concettualmente vecchia. La digitalizzazione, l’informatizzazione in alcuni campi non è minimamente presa in considerazione. Credo che una spinta dalla tecnologia ci possa aiutare».
In che modo?
«Rendere le cose più semplici, anche con delle app dedicate per segnalare problemi legati al decoro urbano o per facilitare la vita dei turisti».
Ha detto che avrà un assessore a tempo per riorganizzare le società partecipate. Quale progetto ha in mente?
«C’è poco da avere in mente. Il Comune ha 80 partecipate di vari livelli con altrettanti consigli di amministrazione, presidenti, amministratori unici e questo ha un costo di 1,7 miliardi di euro: è evidente che c’è un problema».
Ma cosa farete? Di quanto le volete ridurre? Le accorperete?
«Stiamo studiando delle soluzioni. Il punto non è il dato numerico, ma un ritorno all’efficienza».
Come sceglierà chi andrà a sedere nei cda nelle partecipate? Ci sarà un bando?
«Abbiamo già vagliato alcuni profili ma è possibile che si faccia un bando».
Beppe Grillo probabilmente non verrà al suo comizio conclusivo. Teme che la sua assenza possa essere un danno?
«E perché? Lui ci ha sempre supportato, ha dichiarato che vuole fare un passo di lato ed è giusto così. Non credo che la sua assenza possa influire, in ogni caso ci farà avere il suo sostegno».
Pochi giorni fa lei e Grillo vi siete visti: cosa le ha detto?
«Che non vede l’ora…».
Dopo le liti ha fatto pace con Roberta Lombardi…
«Ma non abbiamo mai litigato. Siete voi che scrivete quello che volete».
Lombardi ora fa parte dello staff: come lavorerete in team?
«Come abbiamo fatto in questi anni. Non è cambiato nulla. Io prima ero in consiglio comunale. Ci confronteremo su tematiche multilivello, come la gestione dei rifiuti».
Ma non limiterà il suo potere decisionale?
«No, non è stato così prima e non sarà così ora».
Ci sono state discussioni sul codice etico. È vero che state pensando di fare un passo indietro?
«Perché mai? Per noi il codice etico è importantissimo, rappresenta la nostra coerenza verso il programma».
C’è qualcosa della campagna che non rifarebbe?
«No, credo di aver fatto una campagna appassionante e divertente».
Si aspetta di vincere?
«Mi aspetto un buon risultato».