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 2016  maggio 29 Domenica calendario

Lavintosh, quando da una bufala nasce una nuova tecnologia

Siamo nel 1992 e il direttore della rivista «Multimedia Pc», Ernesto La Guardia, pubblica con grande rilievo un autentico scoop. Racconta di aver ricevuto un fax nel quale Apple e Merloni Elettrodomestici annunciano un rivoluzionario prodotto, la Lavintosh, primo frutto di un accordo siglato mesi prima «in gran segreto» in nome della sinergia tra industria meccanica e informatica.
Lavintosh è un nuovo modello di lavabiancheria che introduce una lunga serie di innovazioni di prodotto basate su un minuscolo microcomputer. I capi possono essere introdotti in qualunque assortimento, senza più limitazioni, un display rende più facile le operazioni, il software esamina l’elenco dei capi e la lavatrice intelligente conoscendo il peso totale e parziale degli indumenti misura quantità di acqua, detersivo e di energia evitando sprechi e riducendo l’inquinamento.
Il guaio – o, se preferite, il bello – è che non si tratta di uno scoop ma di una burla combinata dal direttore La Guardia che si è inventato tutto e infatti nelle pagine successive spiega ai lettori come «il mercato dei personal computer è in crisi e i produttori di hardware e software hanno un disperato bisogno di nuovi sbocchi produttivi». Ma un problema simile lo hanno anche i produttori di elettrodomestici, da qui – continua La Guardia – che cosa c’è di meglio «che stimolare la domanda introducendo quell’innovazione che può nascere solo da uno stretto matrimonio tra elettromeccanica e informatica»?
Dimostrando di capirne non solo di tecnologie applicate ma anche di stili di vita emergenti, il direttore aggiunge che Lavintosh «sarebbe perfetta soprattutto per i single, per le donne che lavorano a casa e fuori, per tutte quelle persone che hanno altri interessi oltre ai fazzoletti e alle mutande».
La trovata del giornalista di «Multimedia Pc» potrebbe finire anche qui ma come in un copione le sorprese non finiscono mai. A capo della Merloni Elettrodomestici c’è un imprenditore visionario, Vittorio, che letta la rivista prende carta e penna. E scrive «all’egregio dr. Sergio Nanni, amministratore delegato della Apple Computer Italia, Cologno Monzese». Merloni chiede al manager se abbia avuto modo di leggere l’articolo della rivista e confessa di essere rimasto particolarmente «incuriosito» dall’ipotetico comunicato stampa di un accordo Apple-Merloni per la creazione di Lavintosh. E subito dopo tira fuori un autentico coup de théâtre : «Non so come la fantasia dei giornalisti sia arrivata alla Lavintosh ma la nostra società sta realmente lavorando su un progetto simile e l’idea di poterlo realizzare insieme alla Apple, non è affatto da scartare!».
L’intera vicenda si conclude con una visita a Cupertino dei tecnici italiani che chiuderà il cerchio (ma non produrrà sviluppi veri) ed è rivisitata oggi in una pubblicazione che le edizioni del Mulino manderanno in libreria a fine giugno dedicata proprio a Vittorio Merloni. Un imprenditore olivettiano. Un industriale che i curatori del libro, Valeriano Balloni e Paolo Pettenati, descrivono come «affascinato dalle nuove tecnologie e che non sta certo a preoccuparsi di dover operare in un Paese nel quale non vi è ancora un ecosistema perfetto per l’innovazione».