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 2016  maggio 29 Domenica calendario

L’allarme Zika può fermare i giochi ma il Brasile non ne vuole sapere

Sulla spiaggia di Copacabana torreggia un telaio di acciaio brulicante di operai e ruspe: è il cantiere del futuro stadio da beach volley di Rio 2016. A poco più di due mesi dall’inizio delle Olimpiadi in Brasile, i lavori procedono frenetici non curanti della “fobia Zika”. L’ultimo allarme arriva da 150 esperti di medicina di prestigiosi istituti come Oxford, Yale e Harvard. In una lettera aperta a Margaret Chan, la direttrice dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno chiesto di spostare o rinviare i Giochi «in nome della salute pubblica». Ma, come già settimane fa il Comitato Internazionale Olimpico, anche l’Oms ha dichiarato di non vedere «alcuna giustificazione» per revocare i Giochi.
Dal 5 al 21 agosto a Rio de Janeiro sono attesi 10.500 atleti olimpici, 4.350 paraolimpici e circa mezzo milione di turisti stranieri. «Potrebbero infettarsi e poi tornare a casa dove potrebbero generare un’epidemia», temono i firmatari dell’appello. «Se un tale scenario dovesse avvenire nei Paesi poveri dell’Asia meridionale o dell’Africa ancora risparmiati dal virus, le conseguenze potrebbero essere drammatiche», scrivono gli scienziati ricordando che il virus Zika è associato non solo alla microcefalia nei feti, malformazione irreversibile del cranio, ma anche alla sindrome di Guillain-Barré, una grave malattia neurologica potenzialmente mortale che colpisce gli adulti e può portare a una paralisi temporanea. «Non è etico fare correre un tale rischio solamente perché i Giochi possano avere luogo». Un rischio, continuano, aggravato dal fallimento del programma brasiliano di sradicamento della zanzara Aedes aegypti portatrice del ceppo e da un sistema sanitario “indebolito” dall’emergenza che dallo scorso anno ha colpito oltre un milione e mezzo di persone nel Paese.
«Facciamo questo appello, nonostante la diffusa convinzione che i giochi siano inevitabili, perché troppo grandi per fallire. La storia insegna che non è così. Nel 1916, nel 1940 e nel 1944 le Olimpiadi non solo furono spostate ma posticipate fino ad essere cancellate», hanno ricordato cavalcando i timori espressi da vari atleti olimpici su Zika. Dai due golfisti, l’australiano Marc Leishman e il fijano Vijay Singh, che hanno rinunciato a partecipare ai Giochi, al campione irlandese di golf Rory McIllroy e alle due stelle del calcio femminile statunitense Alex Morgan e Hope, che hanno più volte espresso dubbi e preoccupazioni. L’Oms dovrebbe creare un gruppo indipendente d’esperti per consigliare l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il Comitato Olimpico Internazionale, concludono i firmatari segnalando quasi con sospetto la collaborazione decennale e «stretta vicinanza» tra Oms e Comitato olimpico internazionale.
«Non c’è alcuna ragione di sanità pubblica che giustifichi un annullamento o un rinvio dei Giochi», ha replicato l’Oms ricordando che i Paesi dove vi sono virus trasmessi da zanzare sono almeno sessanta e che «la gente continua a viaggiare normalmente in questi territori». Per di più, ha aggiunto il ministero brasiliano della Sanità, i Giochi si terranno nel mese di agosto, in pieno inverno brasiliano, quando la diffusione delle zanzare portatrici dei virus della dengue, Zika e Chikungunya è minima.
Anche Tom Frieden, il direttore del Centro americano di controllo e prevenzione delle malattie (Cdc), ha respinto gli allarmismi: le persone che si recheranno a Rio de Janeiro per i Giochi, ha calcolato, rappresentano «meno dello 0,25%” di tutti i viaggiatori nei Paesi del Sudamerica affetti dal virus.