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 2016  maggio 28 Sabato calendario

Buonanotte, signorine buonasera

Buonanotte, signorine Buonasera. La Rai spegne definitivamente l’ultimo retaggio degli anni gloriosi del monopolio, anacronistica istituzione buona per le suggestioni della memoria, del tutto pleaonastica per i modi, i tempi e i ritmi della consultazione televisiva. Se ne vanno a casa, dunque, per obsolescenza lasciando però una scia di ricordi e possibili rievocazioni buone per lustrare il passato glorioso della tv di stato, una tentazione che si ripropone ciclicamente. Ricordiamo il tentativo, ovviamente fallito, di rispolverare il teatrino di Carosello che nonostante il desiderio di attualizzarlo (venne ribattezzato Carosello reloaded) dopo un anno è fallito. E ricordiamo, questa volta in positivo (visti i risultati di ascolto) la riesumazione del Rischiatutto da parte di Fabio Fazio (che dopo l’assaggio primaverile ci proverà in piena stagione autunnale). Il cahier delle tentazioni non finisce qua, perché ciclicamente risbucano ipotesi di riprese di programmi d’epoca come Il fatto (di Enzo Biagi), mentre è recente la decisione di cassare un altro residuato storico, stavolta nel campo sportivo, come Il processo del lunedì, mentre sul fronte dell’intrattenimento il pollice verso è stato rivolto sul Premio Regia di Daniele Piombi, nato nel 1961, che per la prima volta in 56 anni si svolgerà a telecamere spente. A questo punto il passato vive ancora nei palinsesti della tv pubblica con l’immarcescibile Domenica sportiva, che data 1953, con il Festival di Sanremo, lo Zecchino d’oro e Tv7.
MONOPOLIO
Ufficialmente da oggi (l’ultimo annuncio in diretta va in onda alle 16,25 con l’ex miss Italia Claudia Andreatti ma ci sarà una coda, quasi una camera di compensazione, con annunci registrati per tutto il mese di giugno), se ne va un altro brandello della Rai del monopolio, «le ragazze che hanno l’abilità di farsi la fama di serie, col sorridere a tutti» come le chiamò quell’irresistibile umorista che era Achille Campanile. Per la verità la Rai da tempo ci provava. Angelo Guglielmi fu il primo a avvertirne l’anacronismo, mettendole fra virgolette. Addirittura, alla fine degli anni 90 il tentativo di eliminarle (erano già un reperto storico, sotterrato dalle frenesie dello zapping) finì in politica con un’interrogazione parlamentare di Francesco Storace. Qualche anno prima delle trasparenze extra di Beatrice Cori fecero vibrare l’azienda e qualcuno riagitò il vecchio codice estetico interno secondo il quale le vesti e gli indumenti non dovevano indurre atteggiamenti, pose o particolari capaci di sollecitare bassi istinti. Occasione per manifestare già un senso di stanchezza per una vecchia istituzione, ormai messa a dura prova dalla moltiplicazione dei canali. Qualche anno dopo arrivò il restyling, nuova nidiata di ragazzotte, per la verità assai improbabili, pronte a sostituire i volti storici. Operazione che scatenò una sorta di tragicommedia in diretta con l’annunciatrice Alessandra Canale che denunciò il suo disaccordo piangendo e esclamando, rivolta agli spettatori: «Vi voglio bene tutti».
AI MARGINI
Coda legale e la bionda Canale dal 2010 rientrò nei ranghi. Fino a oggi, naturalmente. Le trasmissioni, a questo punto, proseguiranno senza un corredo vocale ormai del tutto superfluo e da anni relegato ai margini. Eppure anche le signorine buonasera hanno avuto i loro splendori, e, se Fulvia Colombo è rimasta nella storia per aver annunciato il primo programma della Rai nel lontano gennaio del 1954, molte di loro nei decenni d’oro erano diventate delle vere celebrità, incarnazione e volto dell’azienda, da Nicoletta Orsomando (quarant’anni di «signore e signori buonasera», dal 54 al 93) a Aba Cercato, a Emma Danieli, a Nives Zegna, a Marisa Borroni, a Anna Maria Gambineri, a Gabriella Farinon, a Rosanna Vaudetti, a Maria Giovanna Elmi, a Mariolina Cannuli, eccetera, eccetera.
Curiosità: cancellate dagli schermi Rai le signorine (venivano chiamate così, anche se sposate e con prole, quasi a voler sottolineare una loro ideale immacolatezza), resta un unica eroica sopravvissuta, Emanuela Folliero, dal 1994 annunciatrice di Retequattro.