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 2016  maggio 29 Domenica calendario

Salvatore Girone è tornato a casa


Le prime parole sono state per il suo Paese: «L’Italia è bella, amo l’Italia, ringrazio tutti, siamo un bel popolo». Il primo abbraccio per il nonno. Quasi svenuto dalla gioia, tra bandierine, palloncini, vicini festosi e bambini che gridavano, sui gradini del nuovo appartamento a Bari. Lo ha visitato per la prima volta Salvatore Girone, dopo il bagno di folla affettuosa, nel suo quartiere di Torre a Mare. É entrato e si è concesso qualche decina di minuti faccia a faccia, con la moglie Vania, il figlio quattordicenne e la piccola di nove anni. A guardarsi a stringersi, ad accarezzarsi, senza riuscire nemmeno a parlare. Chiudendo fuori dall’uscio l’ufficialità.
Quella si era risolta nemmeno in un’ora, nel pomeriggio. Appena sceso dal Falcon in Italia, a Ciampino, era stato accolto con calore dai ministri degli Esteri, Paolo Gentiloni, e della Difesa, Roberta Pinotti. Dopo i baci, lontani dai flash, tra le lacrime, ancora a bordo dell’aereo, dove erano saliti per primi Vania, i ragazzi, la mamma e il papà. E a loro aveva detto: «Solo il fatto che siamo stati uniti, mi ha dato la forza per mantenere la serenità».
Poi, sulla scaletta, quel gesto esultante, con le mani unite in alto a mo’ di vittoria. Quindi il brindisi di benvenuto, tra gli altri, con i presidenti delle commissioni Esteri, Cicchitto e Casini nella saletta dell’aeroporto militare In un clima allegro. Quasi a stemperare l’emozione che gli velava gli occhi mentre ringraziava ciascuno, gli hanno chiesto della splendida forma fisica: «Ho continuato a tenermi in forma – ha risposto Girone – e a studiare. Perché voglio continuare a servire il mio Paese. Anche nelle istituzioni». E il cane Argo dov’è? «Ho dovuto lasciarlo a New Delhi, perché era troppo grande per venire a bordo dell’aereo di Stato. Ma tornerà nei prossimi giorni. Me lo hanno promesso». Nessuna dichiarazione ufficiale. Una linea di «sobrietà», scelta dal governo. E apprezzata da Casini: «Non è il momento di inutili esibizionismi che non hanno senso, teniamo presente che la vicenda non è finita».
Una linea che ha spinto anche Torre a Mare ad evitare clamori. Unico rappresentante istituzionale ammesso in casa, ma solo in quanto divenuto ormai un amico di famiglia, il governatore pugliese Michele Emiliano. Niente feste di piazza. «Non torna un eroe, ma un uomo che ha avuto una grande disgrazia. Siamo contenti che questa famiglia può tornare a riunirsi», dice don Fabio, il parroco. Lo hanno detto ai cronisti, ieri, parenti e amici che si assiepavano nel cortile della palazzina bianca, che è una gioia del tutto privata. Sotto festoni con ancore, timoni e un salvagente con i colori del Bari calcio. E uno striscione con su scritto: «Bentornato a casa». Proprio mentre la zia continuava a ripetere: «L’Odissea è finita, l’Odissea è finita». E un bambino sventolava una bandierina tricolore cantando «arriva Girone». Hanno chiesto all’unisono: «Lasciateci la nostra privacy».