Corriere della Sera, 27 maggio 2016
Ma chi ha scritto le domande di storia del concorsone?
Fuori i nomi. I nomi di coloro – direttori generali? Docenti universitari? Uscieri? – che si sono inventati le domande scritte di Storia che il 18 maggio scorso sono state rivolte ai concorrenti dell’ormai famoso «concorsone» indetto dal Miur per gli aspiranti docenti nelle scuole della Repubblica. Eccole: 1) il warfare (cioè l’arte della guerra) nel passaggio da età medievale a età moderna; 2) le migrazioni come fondamento delle società umane dal XII al XXI secolo; 3) la national building (sic! in inglese vero si dice «nation building», ma lasciamo perdere) tra ‘800 e ‘900 (spiegare il sistema concettuale e analizzare un caso specifico); 4) l’elezione di Barack Obama e la storia degli afroamericani dal XVIII al XXI secolo; 5) la storia dell’Islam dal VII al XXI secolo; 6) a cosa può servire la disciplina storica per l’orientamento lavorativo degli studenti.
Domanducce, come si vede. Per ognuna delle quali si chiedeva nient’altro che «la definizione del problema, il percorso didattico, la bibliografica specifica sia storiografica sia riferita alle fonti (ma dov’è la differenza?), la filmografia», e, tanto per buona misura, anche l’indicazione delle appropriate gite scolastiche in relazione a ognuno dei temi suddetti. Il tutto, si badi, avendo complessivamente a disposizione un’ora e mezza: cioè un quarto d’ora per ogni domanda.
Più che un esame un tentativo di decimazione, insomma: chi mai potrà aver corrisposto adeguatamente, infatti, a questo grottesco invito a redigere in novanta minuti l’enciclopedia della storia universale? È l’ennesima dimostrazione del marasma che da tempo domina il Miur: che una serie di riforme inconsulte, una raffica di disposizioni cervellotiche e demagogiche, programmi insensati ed esperti supponenti hanno ormai condotto sulla soglia di un vero e proprio impazzimento.