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 2016  maggio 27 Venerdì calendario

Girone torna in Italia • Quattromila migranti salvati in un giorno • A Bergamo si gioca d’azzardo solo in certe fasce orarie • Allo Stato nove miliardi l’anno dai giochi • La troppa pressione nei tubi ha provocato la voragine di Firenze • Un nuovo cavo elettrico tra Sicilia e Calabria farà risparmiare 600 milioni in bolletta • Personale, costi, mense e gomme dell’Atac • Il pugnale di Tutankhamon venne dallo spazio • Chi tortura gli animali da piccolo da grande maltratterà le persone


Marò Il fuciliere di Marina, Salvatore Girone, può far ritorno a casa dopo quattro anni. La Corte Suprema indiana ha concesso l’immediata esecuzione dell’ordine del Tribunale arbitrale internazionale dell’Aja. Così il marò potrà rientrare in attesa che si svolga tutto il procedimento arbitrale. Girone sarà in Italia probabilmente alla fine di questa settimana (Taino, Cds).

Migranti/1 Ieri un aereo di ricognizione della missione europea chiamata «Eunavformed» cercava eventuali dispersi del naufragio di mercoledì con 432 migranti salvati e invece i piloti, a 35 miglia dalle coste libiche, si sono trovati davanti un altro gommone rovesciato, con decine di persone aggrappate e tanti morti intorno. Dunque in un giorno e una notte con 22 operazioni coordinate dalla Guardia costiera sono state tratte in salvo dal mare più di quattromila persone (Cavallaro, Cds).

Migranti/2 Fino a ieri sono stati oltre 40mila i migranti sbarcati in italia nei primi 5 mesi del 2016. Negli ultimi 3 giorni il picco degli arrivi, con oltre seimila persone soccorse. In accoglienza ci sono già oltre 115mila persone e se i barconi continuano a partire a questo ritmo, il sistema rischia di andare in tilt. In particolare, preoccupano i minori soli. Non c’è solo la bimba di nove mesi giunta ieri a Lampedusa. Nel 2016 ne sono arrivati quasi seimila e il Viminale sta pensando a trovare spazi in altre regioni per alleggerire la Sicilia che sopporta il peso maggiore per questa categoria particolarmente vulnerabile di persone (Viviano, Rep). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]

Azzardo/1 A Bergamo il gioco (videolottery, slot, scommesse eccetera) sarà bandito al mattino (dalle 7.30 alle 9.30), durante la pausa pranzo (dalle 12 alle 14) e all’ora di cena (tra le 19 e le 21). Lo ha deciso il sindaco Giorgio Gori e la sua giunta. Con il nuovo regolamento anti-ludopatia il Comune si propone di salvaguardare «la salute pubblica, il risparmio familiare, la serenità domestica, l’integrità del tempo di lavoro, la sicurezza e il decoro urbani». La Lombardia è la regione italiana con la spesa in azzardo più alta, pari al 20% del totale nazionale. La Bergamasca non fa eccezione: i Monopoli contano 6.722 apparecchi tra slot e videopoker. Vuol dire uno ogni 165 abitanti. Nella provincia si punta forte: nel 2015 la raccolta ha sfondato quota un miliardo e 800 milioni di euro. Secondo i dati del Comune nel capoluogo il consumo pro capite (neonati compresi) ha raggiunto 2.536 euro, pari al 54% in più della media provinciale (Martini, Sta).

Azzardo/2 Dall’azzardo legale entrano ogni anno nelle casse dello Stato nove miliardi di euro. Gli italiani che giocano sistematicamente sono circa 8 milioni, 23 milioni lo hanno fatto almeno una volta nella vita. Di questi 790 mila sono «problematici», a rischio ludopatia (Menduni, Sta).

Tubi Nei giorni precedenti il crollo di Lungarno Torregiani erano stati chiusi quattro tubi dell’acquedotto. Ma non lo sapeva nessuno. I tecnici del Comune lo hanno scoperto la mattina dopo l’apertura della voragine, quando hanno chiesto lumi sulla sorte delle condutture che scorrono nella zona della voragine. Che ci fosse stata la chiusura di altri quattro tubi non lo sapeva la squadra degli operai di Publiacqua intervenuta dopo la prima perdita, alle 00.30 di martedì. Altrimenti, dopo aver rattoppato il buco, non avrebbero chiuso i rubinetti del condotto danneggiato, aumentando ancora di più la pressione dell’acqua, che a quel punto ha probabilmente rotto la conduttura e provocato il crollo (Imarisio, Cds).

Cavo A 12 anni dall’inizio dei lavori, domani comincerà a funzionare il nuovo cavo sottomarino (300 metri di profondità) che collega le linee elettriche tra Calabria e Sicilia. Un’opera costata circa 700 milioni, portata a compimento dai tecnici di Terna, la società che gestisce la rete ad alta tensione italiana, di cui è socia di maggioranza la Cassa depositi e prestiti. Finora ha funzionato un vecchio cavo sottomarino sotto lo Stretto, ma quello nuovo gira più a Nord, per evitare correnti e dispersione di elettricità, oltre a essere più potente e, quindi, a convogliare un maggior flusso di elettricità. Il nuovo cavo farà risparmiare 600 milioni in bolletta e consentirà di produrre meno Co2 perché, al momento, il vecchio cavo non permette il “dispacciamento” regolare dell’elettricità dalla Calabria alla Sicilia e la vecchia rete dell’isola non è in grado di reggere il peso dell’energia prodotta dagli impianti rinnovabili. Questo significa in Sicilia il fabbisogno è soddisfatto per lo più da due sole centrali, di cui una a olio combustibile. E una parte dell’energia rinnovabile prodotta non viene utilizzata. Così l’energia prodotta in Sicilia ha un costo “industriale” più alto. Oltre al fatto che per le rinnovabili vengono pagati incentivi in bolletta, ma senza riceverne in cambio tutti i benefici possibili (Pagni, Rep).

Atac/1 L’Atac, azienda del trasporto pubblico di Roma, è la municipalizzata più grande del Paese: ha 11.871 dipendenti, pari a quasi metà degli operai Fiat in Italia. Per la sostituzione e riparazione delle gomme nel periodo 2013-2015, a fronte di un contratto full service per un importo di 8.797.860 di euro, ne ha sborsati 16.758.257. Motivo: per un parco di circa 12mila pneumatici in tre anni ne sono stati sostituiti 11.400 per usura e 15.371 per rottura. Per gli ispettori questi numeri destano perplessità in rapporto alle percorrenze medie dei bus: 45mila chilometri l’anno, un terzo della durata media di 130mila chilometri offerta dal fornitore in sede di gara (Rizzo, Cds).

Atac/2 In Atac nel 2015 sono state concesse 111.664 ore di distacchi sindacali, 11.283 più del monte a disposizione. Quest’anno, considerando anche i permessi retribuiti, si dovrebbe toccare quota 131mila, corrispondenti al lavoro di 82 persone, con un costo per l’azienda di 3 milioni 772mila euro. Inoltre «risultano in distacco continuativo presso due sindacati, Cgil e Cisl, tre dipendenti per i quali non vi è giustificazione a partire dal 2015, in seguito all’interruzione del rapporto associativo dell’Atac con Asstra (l’associazione delle aziende di trasporto)» (ibidem).

Atac/3 Tutte le 18 mense dell’Atac sono gestite dai sindacati, che per questo servizio incassano dall’azienda circa 4,2 milioni l’anno. Più 2 euro e dieci centesimi pagati da ciascun dipendente per ogni pasto. L’Atac mette anche a disposizione gratis i locali, paga luce, gas, pulizie e tassa sui rifiuti. Il dopolavoro dei sindacati gestisce pure i bar aziendali e 151 distributori di bevande e snack (ibidem).

Lama Grazie a un esame condotto con la fluorescenza a raggi X gli scienziati hanno scoperto che la lama di un pugnale trovato nella tomba di Tutankhamon è fatto di materiale non terrestre. Francesco Porcelli, professore di Fisica al Politecnico di Torino: «Gli oggetti egizi di ferro sono pochissimi, non avevano sviluppato la metallurgia del ferro e non c’erano cave. Così, era considerato più prezioso dell’oro». Il pugnale, di pregevole fattura, è lungo 35 centimetri ed era infilato tra le bende della mummia. Il suo ferro contiene nichel al 10% e cobalto allo 0,6%: «Sono le concentrazioni tipiche dei meteoriti. Pensare che possa essere il frutto di una lega, in queste concentrazioni, è impossibile». Il metallo, dunque, potrebbe provenire dal deserto egiziano, nel mezzo del quale nel 2010 fu scoperto un piccolo «cratere lunare», raro sul nostro pianeta perché di norma l’erosione cancella i segni degli impatti dei meteoriti (Assandri, Sta).

Animali Un’indagine della Forestale ha portato all’identikit del maltrattatore di animali: maschio, un’infanzia di abusi sugli animali e un futuro da molestatore o addirittura violentatore di donne. Chi maltratta animali in genere finisce per maltrattare anche le persone: le vittime nel 56% dei casi sono donne, minori nel 28%, anziani nel 3%, uomini nel 5%. Dai risultati dell’indagine emerge che chi abusa è quasi esclusivamente maschio, in 96 casi su 100. Molto alta la percentuale tra i minorenni, sono il 27%. L’87% degli intervistati ha maltrattato, ucciso oppure abusato, oppure assistito ad episodi di violenza sugli animali quando era minorenne. L’età media in cui si manifesta la crudeltà su animali è risultata essere tra i 4 e i 5 anni. Il 64% degli intervistati ha maltrattato animali da adulto, e il 48% di loro aveva già fatto lo stesso da minorenne (Amabile, Sta).

(a cura di Daria Egidi)