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 2016  maggio 04 Mercoledì calendario

Carlo Nucci, il pr di Roma, è stato condannato a 15 anni per aver fatto sesso con tre minorenni adescati a Ponte Milvio, quello dei lucchetti

Dai salotti dei Parioli, ai locali del Centro Storico. Dai cocktail sulle spiagge di Ibiza, tra barche e vip, alle cene in alberghi a cinque stelle. Dagli incontri proibiti con minorenni ricattati, fino alle manette intorno ai polsi, e al posto sul banco degli imputati mentre il giudice pronuncia una sentenza pesantissima. Claudio Nucci, il pr romano di 56 anni accusato di prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico, è stato condannato a 15 anni di reclusione e 30mila euro di multa. L’ha stabilito il gup Giacomo Ebner al termine di un processo condotto con rito abbreviato. La decisione non si è discostata molto dalla richiesta del pm Eugenio Albamonte, che aveva sollecitato una pena di 18 anni. 
A REGINA COELIMentre il giudice leggeva il dispositivo, Nucci era presente. Maglione scuro, camicia con il colletto alzato. Gli immancabili occhiali colorati che spiccano nelle fotografie con cui ha tappezzato la sua pagina Facebook, scintillante di contatti con attori e soggetti della Roma chic. Più di due mesi trascorsi in carcere, ma il pr era ancora abbronzato, come negli scatti sul web che lo ritraggono circondato da amici e soubrette. Ieri, però, a scortarlo fuori dalla cittadella giudiziaria non erano i flash dei paparazzi ma due agenti di custodia che l’hanno ricondotto a Regina Coeli. Nucci è accusato di aver consumato rapporti sessuali con tre minorenni che abitano nella zona Nord della Capitale, tra Ponte Milvio e la Cassia. Per gli inquirenti, avrebbe anche ricattato le vittime, minacciando di raccontare ogni cosa ad amici e parenti. A incastrare il pr, intercettazioni e fotografie trovate sul suo cellulare che ritraevano giovanissimi in atteggiamenti intimi. 
Le stesse immagini, Nucci le avrebbe prima pretese e poi utilizzate per tenere sotto scacco i ragazzini. I minori sono stati sentiti dagli inquirenti e hanno raccontato dei regali e dei ricatti dell’imputato. «All’inizio era gentile, poi ha iniziato a farmi capire che se non facevo certe cose poteva andare male. Diceva: Vengo sotto casa e parlo con tua madre”. Mi è entrato nella testa e mi faceva fare quello che voleva"» ha dichiarato un quindicenne. Per i difensori di Nucci, gli avvocati Gianluca De Bonis e Gianluca Bambara, l’accusa di pedopornografia non regge: «Si trattava di scambi privati, immagini che restavano su whatsapp e non venivano divulgate». Soddisfatta per la sentenza il legale di parte civile, Maria Cristina Cerrato: «L’imputato sceglieva vittime vulnerabili».