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 2016  maggio 01 Domenica calendario

Il grande ritorno dell’eroina. Mentre a Perugia l’overdose fa tre vittime in tre giorni, si scopre che in Italia uno studente su cento si è iniettano almeno una volta una droga in vena perché fa figo

Luca Benedetti per il Messaggero
Un picco da incubo. Tre morti per droga in tre giorni, due a Perugia, uno nella vicina Foligno. L’Umbria torna indietro. Torna a infilarsi nel tunnel Perugia, per anni in testa alle classifiche, rispetto al numero di abitanti, per i morti da overdose. L’ultimo è un uomo di 50 anni. L’hanno trovato la notte tra venerdì e sabato sotto a un pilone del minimetrò, a pochi metri dai binari della stazione ferroviaria. Qualche giorno fa l’avevano salvato da una overdose al parco del Pincetto, a due passi dal salotto buono della città, Corso Vannucci. Anche stavolta, come per la mamma di 37 anni, stroncata in un parcheggio a ridosso di uno dei parchi della paura, vicino la figlia di tre mesi, il certificato della morte per droga lo dovrà dare l’autopsia, ma di dubbi ce ne sono pochi. A Foligno il morto è un operaio, trent’anni. Ma è Perugia il filo conduttore. Perché è lì che si trova la droga e buon mercato. E lì che l’outlet della droga ha portato chi voleva la dose a buon mercato, da mezzo centro Italia.
LA VECCHIA ROCCAFORTE
«Ma ora – spiega un investigatore dalla questura – è diverso. Innanzitutto perché gli episodi di questi giorni sono una controtendenza. Poi perché intorno non ci sono gli episodi di malori finiti bene, come succedeva negli anni scorsi. Segno di una situazione più gestibile. Ma va sottolineato che si tratta di persone del posto. Gli acquirenti da fuori sono di meno». Ma l’allarme resta alto per l’uso di eroina. Lo dicono anche le operazioni delle forze dell’ordine. Venerdì i carabinieri hanno arrestato un nigeriano di 25 anni con 44 grammi di eroina e mille euro in tasca: il malloppo delle dosi vendute. Non più solo a chi si buca, ma anche a chi la sniffa. Ecco perché, a volte, quando c’è un corpo in terra e tutti capiscono, la statistica deve aspettare la medicina per catalogare chi non ce l’ha fatta. Chi non è stato salvato. Come un altro cinquantenne che l’altro giorno ha chiesto aiuto ai vigili urbani mentre stava al percorso verde di Pian di Massiano, vicino allo stadio Curi. Overdose fausta, cioè finita bene, dicono gli esperti. Ma il campanello dall’allarme nella città disegnata come capitale della droga, è tornato a suonare.
Certo non come nel maggio del 2012. Quando, durante la movida, in pieno corso Vannucci le bande di spacciatori, si sfidarono tra loro e sfidarono le forze dell’ordine: coltellate, colpi di pistola e spranghe. Perugia non è più quella che anche sull’onda dell’emergenza sicurezza ha cambiato colore al Comune alle elezioni comunali del 2014. Addio al tradizionale sindaco rosso, avanti quello di Forza Italia, ma la sfida allo spaccio è tutt’altro che vinta. Secondo gli ultimi dati del dipartimento delle politiche antidroga della presidenza del consiglio, nel 2014 in Umbria ci sono state 340 operazioni antidroga. Con un più 16,4% rispetto al 2013. La reazione è arrivata con le espulsioni dei clandestini, soprattutto tunisini, che spadroneggiavano in centro e nei parchi. Ma la sfida è dura da vincere. Lo spaccio ha cambiato pelle, è sceso dall’acropoli, ha cercato di mimetizzarsi, si è rinsaldato nella vecchia roccaforte di Fontivegge. Lì il bando del Comune per far aprire attività pulite, facendo lo sconto sulle tasse, non è andato bene: quasi nessuno ha riposto. La scorsa settimana è stata presentato l’ultimo report sulle dipendenze in Umbria. La situazione risulta particolarmente preoccupante per quanto riguarda i consumi di oppiacei, cocaina e allucinogeni. E in particolare per quanto riguarda eroina e cocaina l’età dei consumatori si abbassa: fino a sedici e quindici anni. E Perugia è in testa.

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Valeria Arnaldi per il Messaggero
Si fuma. Si Sniffa. Si può iniettare. Lo “sballo” è assicurato, perfino lo status – per paradosso, da figlio di papà – e costa poco. Possono bastare dieci euro o poco più. È un vero e proprio boom quello che il consumo di eroina sta registrando nel nostro Paese. E a trainare la “ripresa” sono, soprattutto i giovani, anzi i giovanissimi.
LE SOSTANZE
In un solo anno, il consumo tra gli adolescenti, è raddoppiato, arrivando – secondo una ricerca dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa – a rappresentare il 2 per cento. Non solo: almeno l’1% degli studenti ha provato, almeno una volta, una droga in vena. I dati sono chiari, i numeri alti: sono 650mila gli adolescenti che fanno uso di sostanze stupefacenti. Se la prediletta è la cannabis, seguita dalla cocaina, ora a dettare moda e trend è l’eroina. E proprio di tendenza si tratta. Negli anni passati, infatti, era stata considerata “superata”, complice la paura delle siringhe e del loro scambio, ma anche i costi. Oggi le cose sono cambiate. È mutato il modo di consumarla e sono stati abbassati i prezzi.
LO STATUS
L’eroina “gira” più facilmente e non è più considerata un tabù, anzi. Tra gli studenti sarebbe la prova dello status acquisito: chi la usa viene considerato adulto, ricco, capace di godersi la vita, un tipo che non ha paura. A consumarla sono principalmente ragazzi – il doppio rispetto alle ragazze – e sempre più giovani. Il picco si registra tra i quindicenni, non mancano quattordicenni, il dato va poi calando verso i 19 anni. Molti acquistano gli stupefacenti direttamente a scuola, da altri compagni o giovani spacciatori che riescono a mescolarsi tra i ragazzi all’uscita dalle lezioni, ma la trovano pure ai parchi pubblici o in discoteca. Non è da trascurare internet.
LE PASTICCHE
Sono oltre 800mila i siti web che offrono sostanze o ne promuovono l’uso. Nel 2008, erano 200mila. Le regioni nelle quali si consuma di più sono Emilia Romagna, Toscana, Sardegna e Calabria. Nonostante l’avvento di droghe più “moderne”, tra smart drugs e pasticche varie, l’eroina sembra aver mantenuto un mercato significativo, anche negli anni nei quali era stata considerata finita. Il calo c’è stato ma proprio quando gli adulti hanno smesso di usarla – negli anni del boom i dipendenti non avevano mai meno di 25 anni – a scoprirla sono stati i ragazzi. L’esempio, spesso, lo trovano in casa. Secondo l’ultima relazione annuale al Parlamento sulle dipendenze del Dipartimento delle politiche antidroga, il 10% circa degli italiani tra 15 e 64 anni ha assunto una sostanza stupefacente nell’ultimo anno. E se l’87% si è “accontentato” di una sola, il 13% è andato oltre, consumandone due o più. Il trionfo è proprio nelle droghe da salotto, protagoniste di festini e serate. E, ora, pure party da liceali.