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 2016  aprile 30 Sabato calendario

Sono tornati gli spaventapasseri

Quando imbocca la «strada di mattoni gialli» per raggiungere il Mago di Oz, nel celebre romanzo, Dorothy incontra tre compagni di viaggio. Uno è lo Spaventapasseri, alla ricerca di «un cervello per la sua testa di paglia». I fantocci vestiti di stracci erano il modo più antico per proteggere l’orto e gli alberi da frutto dall’assalto degli uccelli. Un tempo abitavano le campagne. Ora, però, che la natura si è fatta più lontana e spesso i bambini non hanno mai visto una mucca, anche lo spaventapasseri è diventato una rarità. Ma c’è un paese dove – per una settimana all’anno – le «sentinelle dei campi» tornano: è Castellar, in provincia di Cuneo, 292 abitanti ai piedi delle montagne.
L’invasione colorata sta per cominciare. Da oggi a domenica 8 maggio prenderanno possesso di vie e angoli caratteristici 220 spaventapasseri. È la festa che si ripete da ventidue edizioni, quando «realtà e fantasia si incontrano». A tramandare i segreti della tradizione è Silvano Borretta, bancario in pensione, «papà» dell’iniziativa: «Nonno mi ha insegnato a costruire i pupazzi facendo una croce con due bastoni e usando la paglia per riempire vecchi vestiti. Nel campo, sulla testa sistemavamo il cappello». Durante una vacanza in Trentino con la moglie, negli Anni ’90, Borretta ritrova quei ricordi d’infanzia: «In un paesino c’era una rassegna di antichi mestieri, con molti spaventapasseri. Ho pensato che si poteva farlo anche da noi». Così è nata la festa.
«Abbiamo iniziato con una trentina di pupazzi – racconta -, ora sono oltre duecento. Li costruiscono gli abitanti, ma chi vuole portarci le sue creazioni può farlo». Ci sono modelli tradizionali, altri curiosi: scolaresche, centri diurni, case di riposo fanno a gara per realizzare i più originali. «Si cimentano con bottiglie di plastica, pneumatici e materiale riciclato», aggiunge Borretta.
Alcuni «barabaciu», come sono chiamati in dialetto locale, sono già al loro posto. La maggior parte, però, sarà allestita stamane. Quest’anno, per esempio, c’è lo spaventapasseri di «Guerre stellari». E in molti ricordano una composizione del 2007: Zidane che tira la testata a Materazzi, ai Mondiali. Non mancano «opere d’arte», frutto della sapienza degli artigiani. Giovanni Monge è un anziano intagliatore di Venasca: «Ho fatto uno gnomo dei boschi, un “servanot”, ricavato da un tronco. Può sembrare anche un cameriere».
Come fare uno spaventapasseri tradizionale? Spiegano: «Fatta l’intelaiatura, vestitela con una camicia, meglio se colorata, usando il bastone orizzontale per le braccia. Legate i polsini e riempite la camicia: paglia, foglie, trucioli. Sconsigliati i giornali, perché la pioggia li inzuppa».
Per vedere i pupazzi, arrivano anche dall’estero. Nel «b&b» di Rossella Verano ci sono famiglie da Olanda e Germania. «Abbiamo aiutato gli ospiti a realizzare una ragnatela – dice lei -. Con mia figlia stiamo costruendo da un tronco un fungo gigante, sotto metteremo gli gnomi. In passato ho fatto Mary Poppins e Cappuccetto rosso». La festa, che coinvolge tutta la comunità, fa della semplicità la ricetta vincente. «Abbiamo deciso – conclude Borretta – di non cambiare mai. Qui si viene per passeggiare nel verde e ammirare le sentinelle dei campi. Senza fretta».